2014

Lotito illude ancora una volta il popolo laziale: Astori alla Roma è il colpo che uccide le ultime speranze dei tifosi

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L’ennesima beffa. L’ennesimo tradimento. Ma anche se ce ne sono stati di peggiori, questo è quello che fa più male. E’ il colpo del KO, quello che finisce definitivamente l’avversario, quello che sposta una volta per tutte gli equilibri. “La Roma soffia Astori alla Lazio”, titolano i maggiori quotidiani sportivi in questo strano 24 luglio, sembra essere uno scherzo. Ed invece è tutto vero.

Comunicati, comunicati ed ancora comunicati. Si era già capito da tempo che oltre queste parole, non ci fosse una sostanza, ma adesso non ci sono più dubbi: i tifosi della Lazio sono stati presi in giro, ancora una volta, senza il minimo rispetto.
“Competeremo ai massimi livelli in Europa”,
ma come si può affermare una cosa del genere ed aver, ad oggi, con il ritiro completato, come coppia difensiva Ciani-Novaretti. Ma soprattutto, come si fa a trattare un giocatore per un mese, e poi vederselo soffiare dalla Roma, precisamente dal signor Sabatini, tra le altre cose ex Lazio e cacciato da Lotito, in meno di un’ora.

Il problema di Lotito, adesso, è che dall’altra parte, quelli vanno davvero forte. Parliamoci chiaro, questa Roma è la squadra più ricca del nostro campionato, può comprare senza vendere e ha un appeal per cui ogni giocatore vorrebbe giocarci. Mentre loro ieri affrontavano il Liverpool in una tournée negli Usa con Real Madrid, Manchester United ed Inter, noi giocavamo con il Bari. L’immagine della Roma sta conquistando Europa ed America, quella della Lazio fatica a trovare consensi anche dai propri tifosi.

Ora, il maggior azionista laziale, con la trattativa Astori, si è inflitto un colpo basso da solo. E’ si, perché così non si fa altro che gettare benzina sul fuoco ad una contestazione che va dall’ultras in Nord, al padre di famiglia in Tevere. Ad oggi, gli abbonamenti sono meno di mille, e difficilmente si andrà verso un numero maggiore. Giocare in uno stadio vuoto non è solo un male per gli introiti derivanti dai biglietti, ma anche perché nessun calciatore vuole giocare in un contesto tanto deprimente. Il rischio maggiore per la società, è il danno d’immagine, con molti giocatori pronti ad andarsene e pochi disposti a venire. Ecco il perché dei comunicati, lo avevamo capito tutti, ma le parole non bastano, e forse, adesso, neanche i fatti. Il colpo inflitto al popolo biancoceleste, è troppo grande per esser digerito.

 

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