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Lotito: «Keita? Offerte importanti dall’estero, ma libera scelta al giocatore. Sul mercato…»
Al termine della seduta di allenamento odierna, il presidente Lotito ha risposto alle domande dei giornaisti presenti allo Zandegiacomo di Auronzo di Cadore
Conclusa la sessione di allenamento della squadra guidata da Simone Inzaghi, il presidente Lotito ha risposto alle domande dei giornasti presenti allo ‘Zandegiacomo’ di Auronzo di Cadore. Queste le sue parole: «Keita? Ci sono arrivate delle offerte importanti dall’estero, adeguate alla nostra richiesta. Nessuna offerta da parte di Juventus ed Inter. Ora c’è libera scelta del giocatore. Se dovesse restare andrebbe fuori rosa come Pandev? No, grazie a me i casi Pandev non esistono più. Keita sarà un calciatore della Lazio ed Inzaghi ne farà l’uso che ritiene più opportuno».
MERCATO – «La volontà della Lazio è quella di trattenere tutti. Anche Biglia non era sul mercato. De Vrij? Non è in vendita. Tare è nella condizione di fae buoni acquisti, è bravo e capace. La priorità? Acquistare un attaccante. La squadra è stara rinforzata, non ci faremo trovare impreparati»
TIFOSI – «I tifosi sono una cosa molto positiva, sono molto contento di questo. Queste sono valutazioni che devo fare io e le faccio volentieri. C’è un clima positivo, sereno, affettivo, di partecipazione e supporto alla squadra. Cosa voglio dire a loro? Dopo la Coppa Italia, in una prestazione al di sotto delle nostre potenzialità, in tribuna invece abbiamo vinto 3-0. Ho apprezzato che nonostante la sconfitta abbiano applaudito la squadra. Indice di maturità e di tifo nel rispetto delle regole e in modo serio».
SUGLI OBIETTIVI – «Bisogna migliorarsi, non serve dire la posizione in classifica. Quest’anno siamo arrivati quinti. Noi ci attrezziamo e vi dico: la squadra di quest’anno sarà più forte di quella della passata stagione. Le altre squadre? Sicuramente si sono rinforzate di più, ma quello che conta è il campo. L’ho detto tante volte: le squadre non si fanno con le figurine. Vi ricordate i Cosmos? Con Pelè non fecero nulla. Conta il gruppo: l’anno scorso in Premier League ha vinto una squadra da retrocessione. Parliamo degli aspetti sportivi. Sulla carta, il Leicester, era una formazione debolissima. Nella vita contano le motivazioni. Vi faccio un esempio: se uno arriva senza una lira da qualche parte del Paese a Roma, e deve studiare, si deve laureare il prima possibile. Darà il 300% per far prima».
LULIC CAPITANO – «Scelta autonoma, l’ha fatta la squadra e io la rispetto. Fa parte della nostra storia, ha dimostrato di avere una forma di affetto e interesse per questa maglia. Lo stesso fa Tare, che fa il direttore. Ci mette l’impegno ma anche la voglia e l’entusiasmo per vedere una squadra di livello. Come tutti ci auguriamo. I risultati non li faccio io in campo, io li faccio fuori. Gli altri fanno quello che faccio io? Io non voglio nessun premio».
MILINKOVIC – «Milinkovic? Nessuno sapeva chi fosse. Torno a ripetere: la società non fa nulla per rendere la squadra più debole, anzi, vogliamo rinforzarla attraverso alcune operazioni come i rinnovi, con i giocatori che hanno la voglia di rimanere, o le cessioni. I soldi serviranno per comprare giocatori più forti».
ATTACCANTE – «Non so nulla, Tare non mi ha avvisato. La priorità è comunque una punta, non c’è ombra di dubbio. Si sta lavorando per fare una Lazio più forte dell’anno scorso. Faremo del tutto per riuscirci, poi parlerà il campo».
SELECO – «Da parte nostra c’è tutta la nostra disponibilità per continuare. I rapporti sono cordiali, anzi ottimi. Il marchio fa parte della storia di questa società. Ci abbiamo messo un po’, ma va dato atto che la mossa sia stata giusta».
SULLE MAGLIE – «Tutte belle: la prima rappresenta proprio la storia. Anche le altre sono molto belle. Ci permettono di rappresentare il passato, il presente e il futuro».
MERCATO – «Non saremo impreparati sul mercato. Azmoun? Non lo so, sta in Russia, non saprei come dirtelo. Bacca alla Lazio? A me piace avere una squadra competitiva. Alcuni calciatori sono competitivi in una squadra, altri in un’altra, a seconda del modulo, dell’ambiente, e di altri fattori. Io due anni fa non ho venduto dei giocatori, e oggi dico che ho sbagliato. Se li avessi venduti, mi avrebbero comunque criticato, ma alla fine i fatti hanno dimostrato il mio errore, proprio per il troppo amore nei confronti della società e della squadra. La Lazio è un punto di arrivo, non di partenza. Chi non ha voglia di stare qui, lo accompagniamo. Riconoscenza? Non c’entra».
ANCORA DE VRIJ E KEITA – «Io con Keita osservo, faccio l’osservatore. Per Keita sono arrivate diverse offerte importanti. Abbiamo lasciato libero di scegliere il giocatore. State tranquilli che la società troverà le soluzioni adeguate. Le offerte che sono arrivate lo sono. Quella del West Ham ad esempio è pubblica. Le offerte di Juventus e Inter non sono arrivate. Dall’estero sì. Rinnovo? Io non ho proposto nulla, non sono un operatore di mercato. Abbiamo tanti ruoli in società, ognuno fa il suo. Il mercato non lo faccio io. Qualcuno lo ha fatto? Io non so nulla. Ho dato dei principi da seguire. De Vrij? Chiedetelo a lui se vuole rinnovare. La nostra volontà è quella di trattenere tutti. Neanche Biglia volevamo vendere. Ma tutti quelli che vanno via dalle altre società non li intervistate? Se sono arrivate offerte per lui? De Vrij non lo abbiamo messo in vendita. Kishna verso il Benevento? Si vede che gli piace il mare. Non è che le offerte mi arrivino per posta».
SUPERCOPPA E MARCHETTI – «Una volta ogni tanto toccherà anche a noi. Marchetti? Chiedetelo ad Inzaghi perché non stia qui».
OBIETTIVI – «Bisogna migliorarsi, non serve dire la posizione in classifica. Quest’anno siamo arrivati quinti. Noi ci attrezziamo e vi dico: la squadra di quest’anno sarà più forte di quella della passata stagione. Le altre squadre? Sicuramente si sono rinforzate di più, ma quello che conta è il campo. L’ho detto tante volte: le squadre non si fanno con le figurine. Vi ricordate i Cosmos? Con Pelè non fecero nulla. Conta il gruppo: l’anno scorso in Premier League ha vinto una squadra da retrocessione. Parliamo degli aspetti sportivi. Sulla carta, il Leicester, era una formazione debolissima. Nella vita contano le motivazioni. Vi faccio un esempio: se uno arriva senza una lira da qualche parte del Paese a Roma, e deve studiare, si deve laureare il prima possibile. Darà il 300% per far prima».