2013

Lotito: “Non siamo razzisti in Italia. Club solo ostaggi”

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Il tema relativo al razzismo resta in primo piano in casa Lazio, club che più del Milan ne ha pagato le conseguenze. Il presidente biancoceleste è sceso ancora una volta in campo per parlarne e per sfogarsi, sentendosi sotto scacco di una frangia di tifosi: «Siamo club sotto ricatto, ostaggi. Se abbiamo qualche responsabilità? Ma che scherziamo? Che colpa abbiamo noi? Io ho combattuto una guerra senza quartiere a certa gente. E allo stadio mi fischiano ancora oggi. Il problema è molto più grande, e va capito. È in primis una questione antropologica. Prima nella società c’erano i punti di riferimento. Oggi ci sono solo giovani psicologicamente fragili che si rafforzano nella più banale logica del branco. È attraverso il branco che questi ragazzini, che poi sono tutti tra i 14 e 18 anni quelli che fanno certe cose, si costruiscono un’identità. E lo stadio è il luogo dove si compiono i riti del branco», ha dichiarato Claudio Lotito ai microfoni de “La Repubblica”.

Il patron biancoceleste ha parlato poi della difficoltà nel debellare il problema: «Bisogna reprimere i fenomeni che arrecano nocumento alla collettività, i fumogeni, le bombe carta, le botte. Ma per quelli di maleducazione occorre intervenire con intelligenza e nelle sedi opportune. La Figc ha recepito una regola europea. Io l’avevo detto subito che andava recepita cum grano salis, le norme devono attagliarsi agli usi e ai costumi dei posti dove si devono applicare, e alle infrastrutture. Già, se avessi uno stadio mio, da 30mila posti, dopo un po’ i tifosi li conoscerei a uno a uno, e potrei rifiutarmi di vendere i biglietti a chi so che si comporta male. Questo avviene negli stadi inglesi, dove c’è un rapporto empatico, intimo col club. Io avevo proposto come prima cosa di trovare un modo per dare una dimensione omogenea e univoca al fenomeno. Come faccio a punire uno stadio, un club, una città per venti cretini? Ci vuole che la cosa sia almeno numericamente rilevante. Poi occorre distinguere: ci sono le sfaccettature territoriali, che sono frutto di una cultura sbagliata ma che non sono offensive. E ci sono i buu: non sono razzismo, sono stupidità e maleducazione, sono la classica azione i cui effetti vanno molto oltre la volontà di chi li compie».

Infine, Lotito ha provato a spiegare come si può risolvere la questione: «Con l’intelligenza di capire quali sono i veri problemi, con la capacità di applicare le norme tenendo conto delle situazioni e con il buon senso di non drammatizzare: in Italia non siamo razzisti, in Italia il razzismo lo abbiamo solo subito».

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