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La sentenza che scagiona Lotito: ecco perchè la Sud andava aperta

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Ha sollevato ulteriori polemiche la scelta di Lotito di aprire la Curva Sud: ma nessun regolamento vieta di farlo, anzi…

«We fight racism», era questo il nome dell’iniziativa avanzata dalla Lazio per combattere questa macchia sociale che spesso viene amplificata all’interno degli stadi italiani. Molti personaggi si sono esposti contro il presidente Claudio Lotito per la scelta di aprire la Curva Sud agli abbonati della Curva Nord (già squalificata per cori discriminatori). Come sottolinea l’edizione odierna de Il Tempo, il patron biancoceleste non avrebbe violato alcun regolamento sportivo. Anzi sarebbe potuto essere sanzionato qualora non avrebbe agito in tale direzione. Tra l’altro, la strada di poter far accedere gli abbonati di settori squalificati era già stata intrapresa dalla Juventus (nel 2013 e 2015) e dal Verona in questa stessa stagione agonistica. In occasione della sfida contro il Napoli dello scorso 19 agosto – prima giornata di campionato – il club veneto da dato la possibilità agli abbonati del settore squalificato di acquistare biglietti in altri settori dell’impianto, ed è la medesima cosa che è stata fatta dai capitolini in occasione di Lazio-Cagliari. È un precedente che in chiave di giudizio non può non essere preso in considerazione, una concessione già certificata che a questo punto fa giurisprudenza.

LA LAZIO SI DIFENDE – Intanto Lotito – in attesa della difesa ufficiale in Procura federale – trova una difesa illuminata sulle frequenze di Radio Radio. «A Lotito sarebbe bastato prendere le distanze da quei quindici sciocchi – afferma il direttore della Gazzetta Amministrativa, Enrico Michettiper restare fuori da tutta questa vicenda. Per altro è stato anche vittima di un atto di sciacallaggio con una conversazione mozzata, senza conoscere le parole dell’altro interlocutore. Lotito più di ogni altro dirigente sportivo ha osteggiato questo tipo di azioni fraudolente anzi, direi che è stato l’unico presidente che ha intrapreso una battaglia feroce all’interno degli stadi per il ripristino della legalità. La Lazio non c’entra nulla».

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