2013

Lotito, Tare e il Sudamerica: una storia che prosegue spedita. Ma gli italiani?

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L’Italia agli italiani, dicevano. La Lazio agli italiani? Mah. Forse no. La rosa biancoceleste, in questa stagione come non mai, detiene molti più calciatori stranieri di quanti siano quelli nati nel ‘bel paese’. Non che a noi vada male, anzi. Però il dato è curioso, e cresce. Cresce ogni anno di più, ogni stagione che passa. Soprattutto per quanto riguarda i Sudamericani. Tanti i colpi ad effetto del duo Lotito-Tare, perchè in fondo si sa: comprare all’estero è un vantaggio rispetto a farlo in Italia, anche (e soprattutto) dal punto di vista prettamente economico.

Inizia tutto nel 2008 – E’ l’estate del 2008 e in casa Lazio comincia a farsi viva una tendenza che, con gli anni, è andata avanti con grande regolarità. La Lazio inizia a pescare all’estero, inizia a pescare giocatori soprattutto Sudamericani. Alla guida dei biancocelesti Delio Rossi, che nella sua ultima stagione a Formello (con una vittoria in Coppa Italia a chiudere in bellezza) accoglie Carrizo, Matuzalem e Mauro Zarate. Due argentini e un brasiliano, ai quali si aggiungono Fernando Muslera, attuale portiere della Nazionale uruguaiana (arrivato a Formello l’anno prima) e Cristian Ledesma (se si può considerare argentino perchè con passaporto italiano), approdato a Formello nel lontano 2006. Passa un anno e avviene il riscatto di Mauro Zarate, mentre nel mercato di gennaio arriva Andrè Dias dal San Paolo per rinforzare il reparto arretrato. La definitiva “consacrazione”, però, arriva nel 2010. La Lazio, guidata da Edy Reja, cerca il salto di qualità dopo un anno tribolato con il rischio della retrocessione: Tare pesca in Uruguay Pablo Pintos (però mai tesserato) e Alvaro Gonzalez. Si passa poi in Brasile per la la ciliegina sulla torta, ecco il colpo dell’anno: Anderson Hernanes. Due acquisti rivelatesi col tempo fantastici, per rapporto qualità-prezzo e perchè, soprattutto, fanno ancora tutti e due parte della rosa biancoceleste con risultati sopra la media.

La tendenza prosegue spedita – Un modo di fare mercato, che dicevamo, prosegue con grande regolarità. E’ infatti la stagione 2012-13 quando a Formello approda Honorato Ederson, stella verde-oro del Lione bloccato troppo spesso dai problemi fisici. Va ancora meglio l’anno dopo (ultima estate), quando la maggior parte del mercato biancoceleste si concentra con dei colpi prettamente sud-americani. Tare e Lotito portano a Roma in successione Novaretti, Biglia, Vinicius, Felipe Anderson e Brayan Perea. Cinque colpi, tutti dal nuovo continente, per abbassare l’età media e soprattutto alzare il tasso tecnico. Cinque colpi perfetti dal punto di vista qualità-prezzo. Almeno tre dei giocatori sopra citati si sono già fatti conoscere, bisognerà aspettare invece per Novaretti e Vinicius. Ma la Lazio raramente sbaglia.

Ma l’Italia? – Impossibile non notare il fatto che nella rosa biancoceleste, gli italiani latitano. Sono infatti cinque (oltre al giovane Crecco e all’italo-argentino Ledesma) e si possono contare sulle dita di una mano: Marchetti, Biava, Candreva, Mauri e Floccari. Un modo di fare mercato che sta ormai contagiando tutti: comprare in Italia sta diventando uno svantaggio, sotto tutti i punti di vista. Meglio cercare all’estero. I risultati la Lazio li ha quasi sempre avuti dalla sua parte. La tattica funziona. Poca Italia, tanto Sud-America. E in fondo a noi, va anche bene così.

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