2013

Lotito, Zarate e il biliardino: una storia vincente. Ma per il presidente…

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Tre protagonisti diversi tra loro, che a distanza di anni mettono in scena lo stesso film (o quasi). Lotito, Zarate e, udite udite: il biliardino. Storia 1, estate 2009: Lotito tratta il riscatto dell’attaccante argentino con il presidente dell’Al Sadd. L’accordo non si trova, Lotito non molla e propone al patron “avversario” una sfida a biliardino per abbassare la cifra del trasferimento: c’è l’ok. Si gioca e vince Lotito, che porta a Roma Zarate per 20 milioni (3 erano stati pagati per il prestito) a fronte dei 30 richiesti. Storia 2, estate 2013. Ma c’è un capitolo prima. Maurito inizia una battaglia legale per liberarsi dalla Lazio. Il lodo continua, ma “el pibe de haedo” parte subito per l’Argentina e si accorda con il Velez, squadra che lo aveva lanciato. Arriva il giorno della decisione definitiva, vince la Lazio. Zarate ha l’obbligo, per legge, di tornare in Italia. E il biliardino stavolta cosa c’entra? Lotito il giorno prima dell’atto finale del lodo gioca una partita a biliardino ad Auronzo contro un tifoso biancoceleste. Vince, vince ancora. Ma la vera vittoria arriva il giorno dopo. Maurito non si muove, resta a Roma. Almeno per legge. Lotito, Zarate e il biliardino: una storia vincente. Ma per il presidente…

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