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Veloso-Leiva, ciak si gira: Genoa e Lazio nelle mani dei loro registi

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La Lazio sfiderà il Genoa al Ferraris, le due squadre saranno illuminate dalla luce dei loro fari: Leiva e Veloso

La Lazio torna al Ferraris, vera e propria roccaforte del Genoa. L’Aquila sfida il Grifone. Nell’ultimo scontro, Luis Alberto ha interrotto la tradizione negativa che accompagna i biancocelesti sul campo genovese con una sassata dai trenta metri. Stavolta, il tabù dovrà essere sfatato definitivamente. Nella lotta ai tre punti, le due squadre si affideranno alla luce dei loro farii: Lucas Leiva e Miguel Veloso.

LEIVA – Cuadrado in contropiede. L’azione è pericolosa. La Lazio è scoperta, la ripartenza può essere fatale e… sbem. Così si è presentato Lucas Leiva. Non servono tante parole per descriverlo, basta questo flash. O magari anche la prestazione incolore dell’ex capitano, completamente oscurato nell’ultima sfida contro il Milan. E’ arrivato in un grigio pomeriggio di agosto, ad Auronzo. Sulla Lazio si era appena scagliata la tempesta Biglia, ma lui – da buon brasiliano – ha saputo riportare il sole. Il sangue verdeoro gli scorre nelle vene, anche se in campo non si direbbe: ai dribbling tutti punta, tacco e suola, preferisce i contrasti. All’estro la sostanza. Lucas è un distruttore del gioco avversario. Rompe le fila nemiche, va in pressione sull’uomo alla continua ricerca del contatto fisico. In Inghilterra, il record di tackle è ancora suo. «Ho visto tanti giocatori di talento con la palla in mezzo ai piedi, ma pochi riescono a fare quello che fa Leiva senza», ha ammesso Gerrard con cui ha condiviso gli anni al Liverpool. I piedi sono poco educati, ma alla tecnica sopperisce col fiato e col carattere, con lo sguardo fiero e la grinta di chi non cede neppure di un centimetro.

VELOSO – Veloso è figlio d’arte, papà Antonio ha fatto la sua fortuna con la maglia del Benfica e – come lui – ha inizito come difensore centrale. La corporatura piuttosto normale ed un sinistro disciplinatissimo gli fanno guadagnare posizione in mezzo al campo: qui riesce a dare sfoggio a tutte le sue qualità balistiche e tecniche. Bravo nella manovra offensiva, spesso imposta il gioco lanciando i compagni sul fondo, grazie al tiro potente e preciso. Per il tecnico Juric, è un elemento insostituibile nella mediana. A differenza di Leiva, è debole nei contrasti ma, come lui, è un vero trascinatore dotato di grande carisma e personalità. Sul suo biglietto da visita ci sono anche la Champions League, competizione vissuta da protagonista con la Dinamo Kiev e la Nazionale maggiore. Esperienze che hanno contribuito a renderlo un giocatore di caratura internazionale. Ma il suo destino è tinto di rosso e di blu, un filo che lo tiene legato al club di Preziosi e lo ha riportato in Serie A dopo la parentesi in Ucraina e lo ha convinto a rinunciare a palcoscenici ben più interessanti.

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