2014

Macalli, stoccata a Pallotta: “Non si sa da dove prenda i soldi”. E su Lotito…

Pubblicato

su

Il nuovo Vice Presidente delle FIGC e Presidente di Lega Pro Mario Macalli è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7. Macalli ha espresso la sua opinione sul momento che sta vivendo il calcio nostrano. Di seguito le sue parole.

In un’intervista il presidente del Coni, Malagò, fa intendere come Tavecchio possa anche tornare sui suoi passi se le cose non andassero come da programma.
“Si continuano a gettare ombre su chi ha avuto un’esternazione infelice, non prendendo però in esame quelli che sono i programmi scrupolosamente presentati. Carlo Tavecchio è una persona per bene che tra l’altro ha chiesto scusa. Ma gli attacchi sono proseguiti, nei suoi confronti, nei miei. Lui verrà ascoltato e spiegherà i fatti. Non vedo cosa possa accadere in termini legali per la Federcalcio. C’è voglia mediatica di gettare fango sul nuovo corso del calcio italiano, un accanimento che non sta né in cielo né in terra, non si lasciano lavorare in pace professionisti che si stanno impegnando per riforme che sono in agenda, ma tutto questo non mi sorprende. Mi auguro che la FIGC abbia tempo per fare quello che è in programma, abbiamo cominciato con la nomina del Commissario tecnico ma dobbiamo lavorare in serenità per attuare tutte le riforme”.

Sorprende però dall’esterno che per cambiare il calcio si sia aspettato che Godin con un gol ai Mondiali eliminasse l’Italia di Prandelli…
“Non è vero, perché Abete, persona per bene, aveva già in programma di rassegnare le dimissioni, a prescindere da come sarebbe andata l’esperienza in Brasile. Che il calcio italiano sia in crisi è vero, ma che come al solito si esageri è un altro conto”.

Ossia?
“C’è una chiara volontà di far apparire tutto come un disastro. Il calcio in Italia non sta vivendo il momento migliore, ma in un Paese che sta soffrendo una crisi nera, totale, l’azienda calcio può considerarsi un fiore all’occhiello, in confronto al resto dell’Italia, nel calcio sono tutte rose e fiori. Non bisogna gettar via l’acqua col bambino, ma affrontare senza frenesia le problematiche, che comunque ci sono. Basta guardare i numeri che produciamo”.

Quali?
“Trovatemi voi un’azienda in Italia che abbia un appeal che induce sponsor a investire oltre un miliardo di euro l’anno per la stessa. Questo fa il calcio, ma questo aspetto non viene mai evidenziato”.

Soldi derivanti soprattutto dai proventi televisivi, perché poi entrando nello specifico, dai bilanci dei club alla scarsa valorizzazione dei giovani, fino ai risultati di campo ai nostri migliori calciatori che vanno all’estero tipo Immobile, la situazione non è delle migliori….
“Certo, perché a capo di molti club ci sono presidenti e dirigenti che piuttosto che valorizzare il prodotto nazionale hanno introdotto nel nostro movimento decine e decine di calciatori pippe provenienti dall’estero che poi sono rimasti sul libro paga. Con le logiche conseguenze della sofferenza economica. Ma il calcio italiano è sano, noi stiamo lavorando affinché migliori ma la crisi nera che viene dipinta ogni giorno non sta nei fatti, che noi vorremmo fare, ma che qualcuno vuole impedirci di fare. La questione stadi riguarda le imprese, a me proprietario di club uno stadio può servire o meno, nessuno ha mai impedito ai club di costruirsi gli impianti moderni e funzionali. Nel bene e nel male nessuno ha mai messo i bastoni tra le ruote ai club, anzi, la Federcalcio si è adoperata affinché l’iter per i nuovi stadi fosse snellito, poi la legge ad hoc si è bloccata perché come al solito sono entrati altri interessi in ballo. Noi, e parlo da Presidente della Lega Pro, abbiamo incentivato i settori giovanili, poi se in Serie A danno spazio a calciatori stranieri e si pretende di vincere il Mondiale, se quando ci siamo opposti al terzo extracomunitario, i club di A hanno smesso di parlare con noi, diano spiegazione i diretti interessati e responsabili”.

Molti di questi presidenti che secondo lei hanno operato male si sono ritrovati però nell’appoggiare la candidatura a Presidente federale di Tavecchio….
“Attenzione, facciamo delle distinzioni. C’è qualcuno che ha avuto un ruolo da protagonista in Calciopoli, molto nasce da lì, e non mi sembra che chi è stato attore principale di quello scandalo sia stato quest’estate dalla parte di Tavecchio”.

Altri sì, come per esempio i rappresentanti di società condannate come Lazio e Milan….
“Ma entriamo nel merito, Lotito e Galliani hanno lavorato benissimo con Lazio e Milan, sono dirigenti capaci, con Lotito spesso mi ci sono scontrato, ma vogliamo parlare di come abbia risolto i problemi del suo club?”

Senza nulla togliere ai suoi meriti, anche grazie a una legge che glielo consentiva, e oltretutto è tra coloro che in Italia ha portato decine di stranieri che non hanno lasciato traccia….
“Ma qui torniamo alle ingerenze che ci sono da sempre nel mondo del calcio, la legge c’era e lui è stato bravo a riorganizzare il suo club. Per il resto provateci voi a prendere una società con centinaia di milioni di euro di debiti e a riportarla in vita”.

Sta di fatto che lui è stato uno dei grandi elettori di Tavecchio, e anche uno di coloro che in auge da dieci anni, come altri presidenti che hanno appoggiato la candidatura del neo Presidente, nel bene e nel male ha condizionato il movimento calcistico nostrano. Perché gli appassionati di calcio dovrebbero sentirsi garantiti?
“Il calcio italiano lo ha portato qualcun altro sul baratro. Quelli che oggi vogliono fare i moralizzatori del calcio, sono gli stessi che hanno dato il là a Calciopoli. E parlo di una società nello specifico, di una sola società”.

Ma che non fu l’unica. Altri rappresentanti di club vicini a Tavecchio sono stati condannati..
“Ma questo è il momento di pensare a ciò che si deve fare per migliorare lo stato attuale delle cose, non serve guardare solo al passato. Ora è il momento di fare”.

Anche per la Lega Pro, che ha attuato una riforma storica…
“Noi siamo stati gli unici a far seguire i fatti alle parole, con una riforma che oggi porta la nostra categoria ad avere 60 squadre. Poi altri creano problemi, e il problema del ripescaggio dalla Lega Pro alla Serie B tengo a precisare che non lo abbiamo creato noi. Noi abbiamo fatto tutto al meglio”.

Ma a litigare per il Presidente federale sono gli stessi presidenti che per esempio non riescono a dare prospettive a un calcio che in impianti impresentabili. Perché l’appassionato di calcio dovrebbe ancora avere fiducia in loro che poi decidono le sorti di questo sport?
“Perché gli italiani le cose le sanno fare, c’è una voglia ingiustificata e ingiustificabile di screditare tutto ciò che viene fatto nel nostro Paese. Ripeto il calcio ha appeal e questo dovrebbe porre fine a qualsiasi discorso”.

Torniamo sul malcontento degli appassionati di calcio, perché riporre fiducia in questo sport?
“Ribadisco che questo vituperato sport ogni anno attrae sponsor, soldi, nessuno in Italia ha l’appeal del calcio”.

Ma allora perché a parte Roma e Inter gli investitori stranieri non prendono in considerazione l’Italia quando vogliono comprare un club?
“E meno male! Ma chi li vuole gli stranieri, che non hanno portato le società che hanno acquistato all’estero a una pulizia di bilanci. Arrivano in Inghilterra, in Spagna, in Francia, si indebitano a tal punto da dover vendere tutto. Io sono per i Brambilla, per gli Esposito, per gli italiani. E non per investitori che non parlano italiano, che non si sa da dove facciano provenire i soldi, che poi spariscono”.

Lei però è per italiani che non hanno finora gestito i club in modo perfetto. Molti club gestiti da italiani continuano a fallire. Servono forse imprenditori seri a prescindere dalla nazione di provenienza?
“Non dico che all’estero siano tutti manigoldi. Ma che preferisco trattare con un italiano, meglio ancora se parla in dialetto. Con chi parla la mia lingua”.

Ma l’esempio di Pallotta e Thohir è evidente: imprenditori e investitori stranieri che hanno aiutato i club rilevati….
“Loro portano soldi di istituti di credito che a me non danno. Basta leggere i bilanci”.

Dai bilanci letti non risulta essere proprio così….
“Io guardo la modalità di acquisto. Per esempio la Roma aveva una situazione disastrosa quando gli americani l’hanno comprata. Perché c’era un presidente italiano che si era rovinato per arrivare a risultati perché si doveva vincere a Roma anche la coppa del nonno. Perché agli italiani non viene concessa la possibilità di ottenere quello che invece si concede agli stranieri”.

Exit mobile version