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Maccarone: «Sarri? Ad Empoli fece un grande lavoro. Con Luis Alberto…»

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Massimo Maccarone, ex attaccante dell’Empoli, ha parlato ai microfoni di Lazio Style Radio del suo ex tecnico Maurizio Sarri. Le sue parole

Massimo Maccarone era uno dei pilastri di quell’Empoli che nel 2015 incantò la Serie A con un grandissimo gioco. Alla guida di quella squadra c’era in panchina Maurizio Sarri, accostato in questi giorni alla Lazio. Proprio di lui ha voluto parlare l’ex attaccante, intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, il canale ufficiale del club biancoceleste. Ecco le sue dichiarazioni.

SULL’ALLENATORE – «Inzaghi alla Lazio ha fatto un ottimo lavoro, andando all’Inter forse cambierà poco la metodologia di gioco visto che troverà lo stesso modulo, seppur con principi tattici diversi. Ad Empoli eravamo una piccola realtà, Sarri fece un grande lavoro con noi in quelle stagioni. Il suo impatto con le grandi squadre è stato poi positivo, a Napoli ha espresso il miglior calcio degli ultimi 15 anni, con Chelsea e Juventus ha conquistato trofei importanti. Ha i suoi concetti di gioco, sicuramente è uno dei tecnici che mi ha fatto divertire di più in carriera, inculcando una mentalità vincente per affrontare ogni squadra avversaria con grande fiducia. Mi piacerebbe vederlo al lavoro con Luis Alberto. Lo spagnolo ha qualità ed una grande intelligenza tattica, con il mister potrebbe rendere ancora di più».

SULLE SFIDE CONTRO LA LAZIO – «In carriera ho affrontato molte volte la Lazio, ricordo un gol su rigore ai tempi del Siena nel 2007, ci serviva una vittoria per salvarci. Ricordo poi anche un 2-0, dove diventai il marcatore più prolifico nella storia bianconera. Mendieta? Siamo stati compagni di squadra al Middlesbrough: credo che abbia pagato il livello psicologico, rimase solo sei mesi in Italia. Credo che non gli sia stato dato molto tempo, è stato uno dei calciatori più forti che io abbia mai visto a livello tecnico».

SU IMMOBILE – «L’ambiente è importante, se trovi una squadra nell’anno giusto sei facilitato. Ha pagato le stagioni particolari di Borussia Dortmund e Siviglia. Nella Lazio sente la fiducia di tutti e può esprimere al massimo il proprio rendimento. Italia? Mancini ha fatto un grande lavoro, è una persona intelligente che decide sempre per il bene della squadra. Mi auguro che gli azzurri possano fare un grande Europeo. Ricordo ancora la mia prima con la Nazionale nel marzo del 2002, in casa dell’Inghilterra: giocavo in Serie B e non avevo ancora debuttato in A. C’erano campioni importanti in rosa, soprattutto davanti. Fu una gioia indescrivibile».

SUL CALCIO – «Il calcio è sempre in piena evoluzione, un giocatore secondo me si diverte di più a giocare palla a terra, proprio come con Sarri. Negli altri paesi curano di meno la fase di non possesso, io per natura sono propositivo, mi piace entrare nella mentalità dell’attaccante per sfruttare le sue caratteristiche. Non c’è mai un metodo giusto o sbagliato, è solo questione di chi lo pratica meglio. Futuro? Vorrei che tutti si divertissero a veder giocare la mia squadra. Spero di poter iniziare presto ad allenare, sono in attesa. Ho quasi finito il corso, potrei già iniziare con una deroga per fare in panchina il percorso che ho fatto da giocatore. Fare esperienza nelle categorie inferiori e crescere piano piano».

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