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Mandorlini: «Lazio, punta sull’Europa. Casale può crescere» – ESCLUSIVA
Mandorlini ha analizzato, in esclusiva ai nostri microfoni, la stagione della Lazio, soffermandosi sui singoli e anche sui prossimi obiettivi
Il match contro il Verona, in programma questa sera, allo stadio Olimpico, rappresenterà l’ultimo atto della stagione della Lazio. Ad analizzare il cammino dei biancocelesti è stato, in esclusiva ai microfoni di Lazionews24, Andrea Mandorlini, ex tecnico proprio dei gialloblu.
Che partita sarà quella dell’Olimpico? Entrambe le squadre, pur avendo poco da chiedere, vorranno chiudere al meglio la stagione…
«La Lazio ha raggiunto il suo obiettivo, mentre il Verona ha fatto un grande campionato. Sicuramente vorranno entrambe chiudere bene. Poi è molto difficile valutare le partite di fine stagione, quando si ha poco e nulla da chiedere, ma ovviamente perdere non piace a nessuno. Mi aspetto un match giocato in maniera libera e aperto a qualsiasi risultato».
Il Verona può essere definita la squadra rivelazione e sorpresa di questo campionato?
«Assolutamente. Ha fatto un grande campionato, dopo aver cambiato allenatore a inizio stagione. Aveva fatto bene nel periodo Juric e sicuramente c’era grande curiosità. Al di là dei miei trascorsi in gialloblu, la stagione è stata buonissima. Io feci 54 punti e questo traguardo e lì alla portata. Sono convinto che anche oggi vorranno fare bella figura».
Come giudica il lavoro di Maurizio Sarri?
«I grandi allenatori hanno bisogno di tempo per mettere in pratica le loro idee di gioco e la loro mentalità. Così possono essere spiegate le difficoltà di inizio stagione. Però credo che l’obiettivo sia stato raggiunto. Al momento ci sono 3/4 squadre più forti e arrivare in Europa League, per di più con un turno di anticipo, è un traguardo importante. La prossima stagione penso che ci saranno dei miglioramenti, magari grazie a degli accorgimenti tattici e a giocatori di qualità e più adatti».
La Lazio, tenendo conto del fatto che arrivare al quarto posto può esser complicato, dovrebbe puntare maggiormente sull’Europa League?
«Tutti ci puntano. Si tratta di un obiettivo importante per squadre blasonate come la Lazio. Abbiamo visto la finale e magari, dal punto di vista dei valori tecnici, poteva starci anche quest’anno una squadra italiana. Però è andata così. Europa League vissuta come un peso? Non sono d’accordo e non credo. Viene presa così magari quando vieni eliminato. Stiamo parlando di una competizione importante, dove c’è un grande pubblico, come ha dimostrato la finale tra Eintracht e Rangers. Viene snobbata molto spesso a parole, ma arrivarci in finale è un obiettivo di chi la gioca. Altrimenti non avrebbe senso fissare come obiettivo l’arrivarci. Comunque le squadre italiane negli ultimi anni hanno avuto grandi difficoltà nel loro cammino europeo. Forse è da ciò che può derivare questa sensazione».
Tra Lazio e Verona molto spesso sono nati intrecci e trattative di mercato, come, per esempio, Zaccagni. Negli ultimi mesi si parla tanto di Casale. Secondo lei sarebbe pronto per una piazza come Roma?
«Ha fatto molto bene. Chiaro che quando si alza l’asticella la crescita deve continuare. Ha sicuramente qualità e attitudini e lo dimostra il campionato che ha fatto. L’esempio di Zaccagni è calzante, perché lui è migliorato tantissimo».
Simeone può essere il perfetto vice Immobile, tenendo conto che quest’ultimo le giocherebbe praticamente quasi tutte?
«Giocando con il 4-3-3 sarebbe molto difficile per lui trovare spazio. Giocare ogni tanto non credo che sia il meglio per Simeone. Magari si potrebbe cambiare modulo, visto che Sarri spesso ha giocato con il 4-3-1-2, ma questi sono discorsi un po’ prematuri. Comunque stiamo parlando di un giocatore importante e che può puntare a qualcosa in più di un ruolo di comprimario».
Da vice Immobile a Ciro Immobile: cosa si può dire di questo giocatore che continuare a macinare record, ma che troppo spesso viene ancora criticato?
«Sicuramente in Nazionale, per prestazione e gol, non rende come nel club. Nella Lazio ha fatto cose incredibili, soprattutto per continuità, gol e prestazioni. Con l’Italia ha avuto dei problemi ed è inutile nasconderlo. Però questo non cambia il suo rendimento e i suoi numeri».
Milinkovic, dopo Juve-Lazio, ha parlato della sua crescita in questa stagione. Il serbo è davvero pronto per il grande salto?
«Va detto che già la Lazio è una squadra importante. Poi, se si vuole alzare l’asticella, la squadra va rinforzata, altrimenti ci può stare una scelta diversa. Al di là della crescita con Sarri, stiamo parlando di un giocatore fisico, maturo e determinante. Può fare la differenza anche con un’altra maglia. Quindi sì, sicuramente è pronto».
Lazzari a inizio stagione ha avuto qualche difficoltà, visto il cambio di modulo. Per un giocatore con le sue caratteristiche, ci sono davvero così tante differenze nel passare dal 3-5-2 al 4-3-3?
«Sicuramente sotto l’aspetto difensivo qualcosa cambia. Lazzari è, di base, più bravo da quinto. Ha avuto qualche problema nell’inserimento e nell’adattarsi. ma poi è cresciuto tanto. Io credo che ogni giocatore debba migliorarsi se vuole giocare in un club importante e non limitarsi a un solo ruolo. Lui, nella seconda parte di stagione, l’ha fatto molto bene».
Andrea Mandorlini ha qualche bel ricordo legato alla Lazio?
«Bello non tanto. Con il Verona, l’anno dei 54 punti, ci giocammo l’Europa League proprio contro i biancocelesti e fu decisivo un rigore contro. Da giocatore ho tanti bei ricordi. I biancocelesti sono sempre stati una squadra che mi è piaciuta. Si tratta di un club importante. Mi auguro che arrivino i rinforzi giusti per Maurizio Sarri, che è un allenatore di livello. La filosofia di gioco c’è e spero che arrivino i risultati».