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Manfredini: «La Lazio ha i presupposti per fare BENE. Zaccagni dovrà DIMOSTRARE maturità. Su Folorunsho…» – ESCLUSIVA

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Christian Manfredini, ex calciatore biancoceleste, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Lazionews24 del momento della Lazio

Nella settimana in cui la Lazio affronterà il Venezia nella prima partita del nuovo campionato di Serie A, Christian Manfredini ha parlato in esclusiva ai microfoni di Lazionews24. Di seguito i tanti temi affrontati e le sue dichiarazioni:


Domenica contro il Venezia inizierà il campionato della Lazio. Come arriva la squadra di Baroni a questo appuntamento?

«Le prime giornate di campionato sono sempre un’incognita, però la Lazio ha fatto un buon precampionato. Ha un allenatore nuovo ed il campionato è diverso rispetto agli altri anni, ma secondo me ci sono tutti i presupposti per far bene. Bisogna capire i nuovi giocatori come sono e come sta la squadra che affronti, a maggior ragione se è una neopromossa come il Venezia».

Dopo otto stagioni la Lazio dovrà fare a meno di Ciro Immobile. Secondo lei l’assenza di un attaccante del genere si farà sentire in mezzo al campo?

«Quando perdi un giocatore di quella portata sicuramente si sente la mancanza, poi però il tempo passa e anche Ciro non era più lo stesso. Da diverse stagioni arrivavano troppi infortuni. Ora bisogna andare avanti, prima o poi doveva arrivare questo momento. Sono le squadre di calcio che rimangono, invece i giocatori sono di passaggio. Si sentirà la sua mancanza e bisogna cercare di sostituirlo al più presto».

Oltre a Ciro Immobile, la Lazio ha cambiato molti giocatori nell’ultimo anno. Secondo lei è giusto parlare di ridimensionamento e a quali obiettivi può ambire questa squadra?

«La Lazio ci ha abituato da molti anni a fare bene, a prendere giocatori sconosciuti ma che poi si sono rivelati interessanti. Non parlerei di ridimensionamento, bisogna sempre darsi un obiettivo. Ad oggi l’obiettivo della Lazio è l’Europa, centrare la qualificazione significa avere una dimensione più internazionale ed un introito economico diverso. Naturalmente non si può pensare di ambire ai primi tre o quattro posti, bisogna cercare di entrare in Europa. Vediamo se con il lavoro riescono a perseguire questo obiettivo».

Cosa ne pensa della scelta di Marco Baroni come nuovo allenatore della Lazio?

«La società ha scelto un allenatore come Baroni che ha fatto gavetta, ha imparato e conosce la categoria. Naturalmente per lui è un’occasione molto importante e non penso che vorrà farsela sfuggire. Bisogna dargli il tempo di lavorare e di dimostrare il proprio valore. Il tempo ci dirà se è un allenatore di una grande piazza o se di una squadra più piccola. Io sono fiducioso».

Quest’anno Mattia Zaccagni avrà la maglia numero 10 sulle spalle e la fascia da capitano al braccio. Che stagione si aspetta dall’esterno biancoceleste?

«È un giocatore talentuoso che gioca anche in Nazionale. Quest’anno, a parte il numero di maglia sulle spalle, avrà molte più responsabilità essendo il capitano. Dovrà dimostrare ancora di più il suo valore e la maturità che comporta la fascia da capitano. Per lui sarà una stagione importante, dovrà dimostrare di essere diventato uomo e non soltanto un bravo calciatore».

Si sta parlando insistentemente del ritorno di Michael Folorunsho. Secondo lei cosa può dare alla causa biancoceleste un giocatore che è così attaccato a questi colori e che più volte si è dichiarato tifoso della Lazio?

«È un giocatore nuovo che si affaccia al grande palcoscenico e che ha trovato anche la Nazionale in questo periodo. Cosa può dare non lo so, sicuramente avrà voglia di emergere ma alla fine sarà sempre il campo a dire cosa può dare alla Lazio. Giocare a Roma non è semplice, è una piazza importante e i tifosi sono caldi. Se dovesse arrivare bisogna dargli fiducia e tempo di lavorare. Se stimolato è un giocatore che può dire la sua e che può aiutare la squadra a perseguire i propri obiettivi».

Ha un ricordo del suo periodo con la maglia della Lazio che dimenticherà difficilmente?

«Ce ne sono tanti. Sicuramente quando arrivavi al campo prima di un derby. Mi ricordo sempre tantissimi tifosi davanti ai cancelli ad incitarti e a cercare di fare sempre meglio. È una delle immagini più belle di quando giocavo con la Lazio».

In che modo dovrebbe ripartire la Nazionale di Luciano Spalletti, dopo la scottante eliminazione per mano della Svizzera nell’ultimo Europeo?

«Il calcio è fatto di alti e bassi. Quando si fa male c’è sempre la possibilità di ripartire e le prossime partite serviranno proprio a questo. Quindi testa bassa e lavorare con voglia di fare bene. Anche durante il campionato quando perdi una partita il mondo ti crolla addosso, ma la domenica dopo hai sempre la possibilità di rifarti. L’unico obiettivo è lavorare e cercare di fare meglio della volta passata, anche perché peggio di così non penso che possa fare la Nazionale italiana».

Questa settimana riparte la Serie A: qual è la sua favorita per la vittoria e per quale motivo?

«Una favorita dobbiamo sempre metterla. Credo che l’Inter deve essere la favorita dopo la vittoria dello scorso campionato. Poi metto le incognite come la Juventus, che è in costruzione, e il Milan. Le altre, invece, devono giocarsela».

Si ringrazia Christian Manfredini per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.

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