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Manzini: «Senza Lotito la Lazio sarebbe sparita. Il 26 maggio…»
Maurizio Manzini si è raccontato aprendo il libro dei ricordi dei suoi 46 anni laziali
Lo storico team manager della Lazio Maurizio Manzini ha rilasciato una lunga e interessante intervista sulle pagine de Il Tempo, dove ha ripercorso i suoi 46 anni in biancoceleste raccontando i momenti più importanti e significativi. Ecco le sue parole:
«Dentro lo spogliatoio della Lazio del 1974 accadeva di tutto, soltanto un grande uomo come Maestrelli poteva portare a termine un’impresa simile. Il mister era rispettato da tutti, soprattutto da Giorgio Chinaglia, quella era una banda di matti. Se siamo ancora a grandi livelli lo dobbiamo al gruppo di Fascetti, ma soprattutto a Giuliano Fiorini, un ragazzo meraviglioso. Un boato come quello che c’è stato al suo gol con il Vicenza all’Olimpico, non s’è mai più sentito, roba da far tremare le gambe. Con l’arrivo di Cragnotti è cambiata all’improvviso la dimensione, abbiamo viaggiato tanto e vinto parecchio. I successi sono tutti belli e indimenticabili, ma da laziale permettetemi di dire che il 26 maggio 2013 non lo dimenticherò mai, è stata la gioia più grande della mia vita. Lotito? Criticatelo come vi pare, ma io a Lotito non potrei mai voler male, ma sempre bene. La Lazio sarebbe sparita senza il suo aiuto, a differenza di De Laurentis e Della Valle, il presidente non ha fatto fallire la società. Anzi, ha mantenuto marchio e salvato la storia». Infine una battuta su Gascoigne: «Gli ho voluto bene come un figlio. Ci sentiamo spesso, è un ragazzo d’oro, generoso, eccezionale sotto tutti i punti di vista. Purtroppo nella vita in molti si sono approfittati di lui, lo hanno usato per soldi e altre situazioni. Tecnicamente credo sia stato tra i giocatori più forti della storia del calcio, un fenomeno assoluto».