2014
Marchegiani deve ridare alla Cirio 309 mila euro di premio scudetto
Doveva essere il premio concesso dalla società per aver vinto nel 2000 lo scudetto con la maglia della Lazio. Luca Marchegiani ha fatto appello contro la sentenza del Tribunale.Tale versamento sarebbe stato eseguito a fronte dell’impegno a vendere a Centrofinanziaria spa (società del Gruppo Cirio) le azioni della Ss Lazio concesse ai calciatori. Secondo la tesi dei legali della Cirio Holding il contratto di finanziamento era stato documentato falsamente al fine di mascherare l’indebito pagamento. Di conseguenza il pagamento di 600 milioni di lire a Marchegiani era rimasto privo di giustificazione e per questo ne veniva chiesta la restituzione nell’equivalente in 309.874 euro, più interessi.
Nella sua comparsa di costituzione, l’ex portiere ha precisato che quella somma era il premio concesso dalla società ai calciatori per aver vinto il campionato 1999-2000. Il 16 giugno 2000, «il Conte» aveva ricevuto una lettera firmata dall’amministratore delegato della Ss Lazio Elisabetta Cragnotti in cui gli veniva proposto di aderire a un piano di «stock option» (che gli avrebbe dato il diritto di acquistare le azioni del club), a fronte di un riconoscimento economico equivalente a quello del premio scudetto annullato. Marchegiani aveva aderito e aveva ricevuto da Cirio Holding, socio di maggioranza di Ss Lazio, la somma di 600 milioni di lire. «Anche se l’operazione finanziaria non si era concretizzata – è la tesi difensiva sostenuta dai legali dell’ex calciatore – Cirio Holding non aveva fatto altro che estinguere un debito di un’altra società del gruppo». Dal canto suo, la Ss Lazio ha chiesto il rigetto della domanda sostenendo che «i premi erano stati accordati su iniziativa di Cragnotti, dominus del gruppo Cirio, senza alcun coinvolgimento del club».
La prova verrebbe dal fatto che l’accordo non era stato depositato alla Lega Calcio (come previsto per legge). In effetti, il 28 luglio 2000 il presidente Cragnotti comunicava alla Lega l’annullamento dei premi collettivi con il consenso di tutti i calciatori, Marchegiani compreso. «Ne consegue – spiega il giudice Rosa Maria Dell’Erba dell’XI sezione civile del Tribunale di Roma – che il pagamento effettuato da Cirio Holding non può essere avvenuto quale adempimento dell’obbligo della Lazio di pagare il premio al calciatore, poiché l’accordo era stato irrevocabilmente annullato dalle parti il 16 giugno 2001».
«Tale pagamento – si legge nella sentenza del 25 settembre 2008 – è rimasto privo di giustificazione, poiché è stato accertato che Centrofinanziaria non era debitrice del calciatore, non avendo mai quest’ultimo sottoscritto le azioni di Ss Lazio e non essendosi mai impegnato a rivenderle a Centrofinanziaria al prezzo di 600 milioni di lire». Marchegiani ha impugnato la sentenza di primo grado, chiedendone l’annullamento. La seconda sezione civile della Corte d’Appello dovrà decidere se confermare o meno la condanna al pagamento di 309 mila euro dell’ex portiere.
Valeria Di Corrado
Fonte: Il Tempo