2014

Marchetti è tornato e la cessione è più lontana

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Si vede e si sente in campo. “Guarda l’uomo!”. “Bravo!”. “Bella palla!”. “Arriva, occhio!”. “Bene, compatti!”. “Hai l’appoggio!”. “Tre contro due!”. E’ Federico Marchetti il portiere parlante. In partita, contro il Bari, ha salvato la porta alla sua maniera, in diciassette minuti ha evitato tre gol, ha evitato il tracollo estivo. Attento, reattivo, più sicuro. Come riportato dall’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, l’ha detto anche Edy Reja, mercoledì pomeriggio s’era palesato ad Auronzo nelle vesti di amico e spettatore, a fine partita ha regalato uno spunto prezioso: “Ho visto un Marchetti in grande spolvero e mi fa piacere”.

IL RUOLO – Pioli vuole portieri-calciatori, parlanti. Ha chiesto a tutti di essere intraprendenti, di giocare il pallone come fossero un libero aggiunto. S’è notato nelle amichevoli: Marchetti si tiene pronto, sta quasi al limite dell’area, partecipa al giro palla, chiede il pallone, si mette a disposizione dei compagni. E parla tanto, anche quando è in corso l’azione offensiva. E’ un allenatore bis. Marchetti, nei giorni scorsi, ha svelato alcuni segreti: « Pioli parla molto con noi. E’ un allenatore che predilige il dialogo. Ai portieri ha chiesto di essere intraprendenti, di giocare molto la palla con i piedi. Stiamo lavorando molto su questo. Io sto bene qui ad Auronzo e sono felice per l’affetto dei tifosi. Qui c’è l’atmosfera ideale per lavorare. Il continuo cambiamento di clima è divertente ».

PER RINASCERE – La Lazio lo vuole al top, l’ha visto più sereno. Il mercato? Non sono arrivate offerte, il club non fa sconti, la verità si conoscerà ad agosto, la sua partenza non è più scontata. Pioli lo sta studiando, lo vuole intraprendente, il preparatore Grigioni lo sta rigenerando, è un mago del genere. Se sta bene, se è in forma, se tornerà se stesso, andrà blindato. Marchetti, nell’estate 2011, rinacque ad Auronzo, gettò le basi della ripartenza dopo aver vissuto un anno difficile, lontano dai campi. Grigioni gli diede fiducia, lo ricostruì atleticamente e mentalmente, allenò il suo talento, lo fece diventare uno dei migliori portieri della Serie A, forse il migliore dopo Buffon. Marchetti ci mise un po’ di tempo per carburare, per ritrovare le misure, poi diventò determinante. Il vero Marchetti, parole di Reja, garantisce dieci punti a campionato. Il peggior Marchetti s’è visto l’anno scorso: titubante, indisponibile, non sembrava lui. Le prime settimane di ritiro sono confortanti, le prime amichevoli (quella col Bari su tutte, la più attendibile) ha regalato immagini belle, positive, incoraggianti. Marchetti mercoledì ha salvato la porta tre volte con interventi puliti, non sono state parate facili quelle su De Luca e Caputo (due volte). Uscite basse e alte, s’è distinto anche in un uscita su retropassaggio di Ciani. E’ vero, ha preso due gol, ma le colpe sono state in particolare della difesa.

IL RUOLO – Pioli è stato chiaro in conferenza: « In questo momento non ci sono gerarchie. Tutti devono lavorare allo stesso modo. Per quanto riguarda i portieri sono tranquillo perché ho ottimi ragazzi a disposizione ». Marchetti e Berisha sono partiti alla pari quest’anno, ma se il primo dimostrerà sicurezza si terrà stretto il posto. E’ presto per fare previsioni, saranno le pressioni, le amichevoli più dure e le prime gare ufficiali a certificare la rinascita di Marchetti. L’anno scorso ha vissuto mille difficoltà, è stato frenato da infortuni muscolari multipli, crollò prima di alcune sfide, prima di alcune vigilie. La sua convocazione saltò all’improvviso, anche quando era prevista. Reja preferì lanciare Berisha (con successo) perché non vedeva pronto Marchetti. Errori e indecisioni, è questo il passato. Oggi bisogna guardare al futuro.

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