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Parolo: «La Lazio è innamorata di Sarri, su Pioli e il Milan…»
Marco Parolo, ex centrocampista della Lazio e attuale opinionista, ha analizzato la gara di martedì dei biancocelesti contro il Milan
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Marco Parolo ha parlato così in vista di Lazio-Milan:
LAZIO-MILAN – «Come otto anni fa. Di nuovo, incredibile. Solo che stavolta non ci sono io che segno due gol ai rossoneri. È la squadra a cui ho segnato più gol in carriera: cinque! Il 2014/2015 è stato l’anno in cui ho segnato di più. Quell’anno avevamo Pioli alla Lazio: iniziamo con tre sconfitte nelle prime quattro giornate. Prima della sfida con il Palermo appende la classifica nello spogliatoio e ci dice che non meritavamo una posizione simile. ‘Siete forti, dimostratelo’. Dopo tre giorni andiamo a Palermo e vinciamo 4-0. Segnai anche io. Ne uscirà anche stavolta. È uno che parla con tutti. E poi è bravo ad allenare la tensione con frasi a effetto, giochi, scherzi o citazioni di film. Ha presente ‘Ogni maledetta domenica’, il film con Al Pacino sul football americano? Ecco, una volta Pioli ci ha fatto vedere il famoso discorso riferito alla squadra che lotta per un centimetro. Aveva in mano la squadra, si creò un’alchimia unica. E infatti arrivammo terzi. Quest’anno con una rosa più debole, ha perso Kessie e Romagnoli oltre ai tanti infortunati, ha un punto in meno allo scorso».
PIOLI, DE KETELAERE E FELIPE ANDERSON – «De Ketelaere? Gli consiglierei di fare come Felipe Anderson, giocare con libertà e spensieratezza. Nel 2014-15 ho vissuto il miglior Felipe mai visto, reduce anche lui da un’annata difficile. Otto anni fa era puro istinto, quand’era in campo pensavi ‘ecco, ora che c’è lui siamo fortissimi’. Ricordo che nel derby del selfie di Totti, finito 2-2 con gol di Felipe, Florenzi mi si avvicinò dopo un calcio d’angolo. ‘Ma questo come si ferma?’, disse. Segnò 10 reti. Era nel contesto giusto, poteva fare qualsiasi cosa. Pioli è un maestro nel dialogo e nei rapporti umani. Valorizzerà De Ketelaere come ha fatto con Tonali, Kalulu e Leao, anche loro esplosi con il tempo. Ecco, magari il mister non è fortunato con le coppe, visto che nel 2015 perdemmo la finale con la Juve per un doppio palo incredibile di Djordjevic…».
SARRI – «I giocatori si sono innamorati di Sarri a livello tattico. Tutti, quando ci parlo, mi assicurano che Sarri è un maestro. Sono con lui al 100%. Quando ho visto Luis Alberto tornare in difesa ne ho avuto la dimostrazione. E poi ero sicuro che alcuni di loro avrebbero fatto benissimo. Chi? Lazzari, Cataldi e Zaccagni. Quest’ultimo è da Nazionale».