2015
Massimo Maestrelli: “Chinaglia è stato il più grande regalo che ho avuto. Pioli? Somiglia a mio padre, mi auguro resti a lungo”
Massimo Maestrelli, figlio dello storico allenatore che portò il primo scudetto biancoceleste nel 1974, è intervenuto a Lazio Style Radio nel terzo anniversario della morte di Giorgio Chinaglia. “Chinaglia è stato il più grande regalo che il destino potesse farmi. Quando arrivammo a Roma, papà era appena retrocesso col Foggia; Giorgio inizialmente non si fidava di Tommaso, si chiedeva cosa fosse venuto a fare a Roma uno che era retrocesso. Papà riuscì nell’impresa di non far trasmettere le sue paure, ma a distanza di anni capisco che non era facile arrivare in una grande società come la Lazio. Conoscere Giorgio è stato il regalo più bello che il destino potesse farci: era un tipo strano, divertente, matto, tenero affettuoso. Aveva due facce, a volte era irascibile, a volte si metteva vicino a me e mio fratello e faceva dei disegni, ci chiedeva come stavamo”. Poi, un ricordo del “soggiorno” di Chinaglia a casa sua dopo la famosa esultanza nel derby sotto la Curva Sud: “La scusa per stare da noi fu un derby finito male per la Roma. Giorgio andò sotto la Sud e si scatenò il putiferio. I tifosi della Roma lo cercarno per tutto il giorno, babbo era molto preoccupato. Così Giorgio si presentò da noi con Giancarlo (Oddi, ndr) e Felice (Pulici, ndr), sotto casa sua c’erano centinaia di tifosi. Lui avrebbe voluto entrare ugualmente, li voleva affrontare. Poi per fortuna lo convinsero a venire da noi. Gli piacque così tanto che rimase a lungo, mamma lo viziava. Per esempio quando faceva lo zabaione per me e Maurizio lo faceva anche per Giorgio”. Sul rapporto con suo padre Tommaso: “Con papà si trovavano e basta, c’era un’alchimia particolare tra loro. Entrambi avevano un grande cuore, papà per Giorgio è stato un padre più che un tecnico. Credo che i risultati abbiano cementato il loro rapporto, magari senza vittorie sarebbero rimasti due buoni amici”. Poi, sugli attaccanti che negli anni hanno succeduto Chinaglia: “Casiraghi mi ricordava Giorgio, anche Boksic, che giocava proprio con la rabbia ed era ignorante, calcisticamente parlando. Giordano era di un altro livello, una classe pura che Giorgio non aveva”. Tommaso e Giorgio riposano uno a fianco dell’altro, e oggi, il ricordo sarà anche per Lovati: “E’ forse la cosa più bella che ho fatto negli ultimi anni, non credevo fosse possibile. E’ stato un regalo che abbiamo fatto a loro dopo che ce ne hanno fatti tanti a noi. Oggi alla messa al Cristo Re si ricorderà anche Bob Lovati, altra persona speciale. Forse è questa la cosa più affascinante, non era persone comuni, non ti annoiavi con loro. Suscitavano curiosità, interesse, erano persone vere. Oggi dicono tutti le stesse cose”. Infine, su Pioli: “E’ stato bravissimo ad aver tirato fuori il massimo da ogni giocatore, ha reso tutti importanti. Per questo aspetto somiglia a mio padre. Tempo fa Pioli ricevette un premio intitolato a mio fratello, speravo che un giorno potesse sedersi sulla panchina della Lazio. Il fatto che abbia vinto quel premio e oggi è qui mi rende felice. E’ una persona meravigliosa, mai sopra le righe, mi auguri rimanga a lungo”.