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Massimo Maestrelli: «Orgoglioso di mio padre. La mia famiglia grata a Lazio e Reggina». E su Chinaglia…

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La grandezza di un uomo testimoniata con un semplice gesto, un’oreficenza la dedica del francobollo per Tommaso Maestrelli. Proprio da questo argomento è partita l’intervista di CalcioWeb al figlio Massimo: «Sono orgoglioso di questa di avere un padre così a prescindere dalle cose che ha fatto con la Reggina e la Lazio. Mio padre era un uomo gentile, molto amato, a modo, sensibile e onesto ed è stato il massimo con me. Nonostante tanti anni, sono sempre impressionato dal rispetto che la gente ha ancora verso mio padre. So che a Reggio Calabria verrà intitolato il Piazzale Stadio Nord a mio padre, ringrazio tutti quelli che lo hanno promosso. Mio figlio Tommaso sta cominciando a giocare a pallone e gli ho spiegato che mio padre è stato un grande sportivo per la città di Reggio Calabria e spero che lui possa vestire la maglia amaranto».

 

IL TRITTICO DEL CUORE – Con la formazione calabrese infatti il «Maestro» ottenne nel 1965 la prima storica promozione in Serie B. E proprio la Reggina entrò nel destino della Lazio il 14 maggio 2000, giorno del secondo Scudetto della storia biancoceleste: «Sembra quasi un bel film. Anche se mio padre non c’era più, ne sarebbe stato orgoglioso. La Reggina in quella giornata di festa è stata un ospite gradito, è sempre nel nostro cuore. Quando abbiamo visto che la Reggina era salita in Serie A c’è stata grande emozione. Bisogna essere grati a Reggio Calabria, sono grato sempre alla famiglia Granillo. In più quest’anno c’è Karel Zeman, figlio di Zdenek, che è stato sia a Foggia che alla Lazio. Ancora una volta il filo Reggio-Foggia-Lazio si ripropone per me e mi fa enorme piacere».

 

SUL DERBY – Impossibile non accennare il match Lazio-Roma: «Mi spiace perdere un derby così. Mi metto nei panni di Simone Inzaghi che ha preparato una partita così da due settimane e purtroppo la perdi per 2 episodi. Per i primi 30 minuti c’è stata solo la Lazio e poi perdere per un errore difensivo (di Wallace, ndr) è brutto. Se non ci fosse stato non avremmo mai perso. L’allenatore lì è impotente, ha fatto tutto in maniera perfetta. Keita e Anderson però hanno giocato al di sotto delle loro qualità e si è sentita la mancanza e nonostante quello eravamo in partita. L’errore di Wallace ci ha tagliato le gambe. Perdere la palla in quella maniera è stata una cosa sanguinosa. Come avrebbe preparato la sfida mio padre? Eh, non lo so. Penso che Inzaghi ha fatto di tutto per non perdere. Penso che Cataldi poteva fare qualcosa, ma è stato espulso dalla panchina. Inzaghi ha lavorato bene e non penso che si possa dare colpa a lui».

 

IL SIMOBOLO – Infine il ricordo di un altro grande uomo che scrisse importanti capitoli per la Prima Squadra della Capitale, Chinaglia: «Beh, è stato sempre di famiglia. Giorgio era sempre a casa nostra e io ero sempre a casa loro. Ci ha dato tanto ed era una persona meravigliosa, un grande trascinatore. È stato bello avere un percorso di calcio e di vita insieme».

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