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2014

Mauri, risorsa e garanzia per la Lazio di Pioli

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Stefano Mauri è pronto a mettere in difficoltà Pioli nella scelta della fomazione. Il capitano biancoceleste, dopo il difficile rientro nelle ultime settimane dello scorso campionato (dopo la squalifica per il filone del calcioscommesse), già dal ritiro di Auronzo, si è presentato alla grandissima agli occhi del tecnico emiliano. Come scrive il Corriere dello sport, Corre come un ragazzino. Sgomma e mette in campo la propria intelligenza calcistica appena gli viene concessa un’opportunità. Se ne sono accorti tutti a Milano, due settimane fa, quando Pioli lo ha sganciato. Il risultato era compromesso. La Lazio ha quasi riaperto la partita. E Mauri ha guidato l’assalto nell’ultimo quarto d’ora. Tiri in porta, una rovesciata in area, due o tre palloni in profondità, un’occasione da gol messa sul destro di Djordjevic. Non si può dire non abbia provato a mettere in difficoltà Pioli, passato nel finale al 4-2-3-1 con Biglia e Parolo mediani, Felipe Anderson sulla corsia sinistra, Candreva a destra e Mauri a ridosso del centravanti serbo. Trequartista è sempre stato il suo ruolo preferito, proprio dove lo aveva sistemato Delio Rossi quando passò dal 4-4-2 al 4-3-1-2. Una posizione ideale per la sua capacità di legare il gioco, di trovare gli inserimenti in area di rigore, di indovinare l’assist. Il suo lancio di sinistro a Tommaso Rocchi nella finale di Pechino con l’Inter resta un’immagine da ricordare, perché riassume le doti balistiche e l’intelligenza del numero 6 biancoceleste, che invecchiando ha acquistato confidenza con il gol. Il più bello? Semplice la risposta. Quello al Napoli in rovesciata nella notte in cui l’Olimpico era attraversato dai brividi e dalla commozione per l’addio di Chinaglia.

DODICESIMO UOMO – A 34 anni Mauri ha rinnovato sino al 2015 e ha accettato la concorrenza. Sapeva di non partire con il posto di titolare assicurato, era convinto di riuscire a ritagliarsi uno spazio importante. E appena ha potuto, è riuscito a lasciare il segno. Pioli, partendo dal 4-3-3, lo ha spesso impiegato da mezz’ala sinistra. Stefano può farlo, ma l’attuale sistema di gioco impone una corsa senza soste e la mansione di interno gli può togliere un pochino di inventiva. E’ molto più efficace e produttivo in posizione avanzata e chissà se riuscirà a entrare nel blocco dei titolari con il Cesena. Di sicuro si è già ritagliato il ruolo di dodicesimo, chiave tattica per entrare in corsa e cambiare la Lazio.

 

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