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Maurito mio cosa hai fatto? Ma il primo amore non si scorda mai
Mauro Zarate chi? Fu questa la prima domanda quando vidi un ragazzino pelato sbarcare a Fiumicino il 9 luglio del 2008. Stupore generale, per l’ennesimo giocatore preso in prestito con un eventuale riscatto in estate. Eccolo pensai, un altro giocatore che qualcuno ci ha voluto piazzare. La squadra di provenienza? l’Al-Sadd. Chi? Questo giocava Qatar e non ha segnato un gol figuriamoci in Italia. Quanto vogliono per il riscatto? 17 milioni di euro?!? So matti, non ci sono altre spiegazioni. Lotito sborsa 21 milioni? Ma non scherziamo, se al massimo l’acquisto più oneroso è costato 5 milioni e addirittura in un giorno con 9 milioni ne abbiamo presi 12 di giocatori. Ma poi è il momento della verità, dopo un mese di ritiro dove Zarate non brilla, arriva la prima partita ufficiale: è il 23 agosto 2008 all’Olimpico arriva il Benevento. Ok allora oggi mi godo sto Zarate. Ma l’argentino (per me non è ancora Maurito), viene spedito in panchina. Non ci credo, questo non lo fanno giocare neanche contro una squadra di Lega Pro. Vabbè lo vedremo alla prima giornata di campionato. 31 agosto e la Lazio va a Cagliari. Finalmente, eccolo! Vediamo mister 20 milioni che nei primi 45′ sbaglia davvero tutto, con mister Delio Rossi che quasi si era pentito della scelta di farlo partire titolare. Ma al 16’ della ripresa vedo un lancio dell’argentino che becca Mauri e tra un tiro e l’altro viene fischiato un rigore a favore della Lazio. E sul dischetto chi ci va? Proprio lui, si proprio lui. E io non ci credo: questi so matti, mandano a sto ragazzino sul dischetto in un momento così delicato: ma Zarate segnerà quel rigore, poi mi zittisce con un pregevole pallonetto nove minuti dopo. E inizio a pormi qualche domanda? Ma vedi vedi che il presidente sta volta ha beccato qualcosa di grosso? Eh si da quel giorno è stato amore a prima vista: amore che si è consolidato dopo l’eurogol contro la Samp, poi ancora magie, magie, ancora gol, punizioni e assist. In una Lazio senza anima, c’è qualcuno che la rianima. Dopo tanti anni, pian piano, i tifosi tornano con piacere all’Olimpico. C’era chi contestava la società, ma tutto passava in secondo piano. “Vado all’Olimpico a vedere uno che gioca veramente a calcio”. “Ancora vai a vedere la Lazio? No porto mio figlio a vedere Zarate, quello ci sa fare”. Si riaccende la passione grazie a Maurito, nonostante una stagione quasi nell’anonimato, arrivano la vittoria in Coppa Italia e un derby vinto 4-2 con l’ennesima perla dell’argentino. Un gol che ancora oggi quando lo guardo mi vengo i brividi. E poi? E poi Delio Rossi decide di salutare la Lazio, si proprio lui che ha sempre creduto in quel ragazzo pelato. La stagione successiva Maurito si smarrisce, arrivano i primi fischi e io penso: ma come si fa a contestare il mio Maurito? Lui che ha riportato gente e bambini allo stadio? Che ci ha regalato tante gioie, uno che poi Lotito ha riscatto per 20 milioni (ne ha risparmiati altri 4 con una partita a calcio balilla). Io non ci credo, se a pallone fai quelle cose dopo un anno non puoi diventare una pippa. Purtroppo sappiamo tutti come è andata a finire, quindi è inutile rivivere quei momenti. Il peso di mister 20 milioni si è fatto sentire eccome, Maurito pian piano è stato abbandonato da tutti: società, compagni di squadra e tifosi. Un giocatore che dalla fine del 2009 ad oggi è ancora in cerca di una sua identità. Vederlo all’Inter fu veramente difficile, vederlo di nuovo oggi in Serie A fa piacere, ma ancora con una maglia diversa da quella biancoceleste fa male. Ora il suo colore è viola, ma io vorrei rivedere ancora una volta il Maurito di Roma, perchè non dimentico: Maurito ha riacceso la passione per quei colori, l’unico che ci ha fatto dimenticare i momenti bui che abbiamo vissuto con la nostra squadra. Certo, adesso viene visto anche come un traditore, certo se è finita così le colpe sono anche sue. Oggi lo dico e non mi tiro indietro: Mauro Zarate ha giocato nella nostra Lazio. Ora Mauro Zarate giocherà nella Fiorentina, ma chi ha amato e chi ama ancora Maurito, spera solo di rivedere (ancora una volta) quei colpi che hanno fatto gioire un popolo intero.