2013
Maurizio Schillaci: “Con Zeman i migliori anni. Poi il declino per colpa della droga”
Chi ha deciso di parlare della propria vita calcistica e non è l’ex laziale Maurizio Schillaci cugino del famoso Totò. “Non so se sono mai stato più forte di mio cugino. Io sono stato parecchio sfortunato. Dopo numerosi gol e grandi prestazioni in B con Zeman, il sogno di giocare per una grande squadra come la Lazio. Un sogno trasformatosi presto in incubo. Giocavo poco e male per colpa di un infortunio mai curato a dovere. Mi chiamavano il “malato immaginario”. Anche a Messina la storia non migliorò. Ero in squadra con mio cugino e tra noi si instaurò un rapporto di sfida. Facevamo a gara a chi segnava di più. Oltre all’infortunio, curato solo quando oramai la mia carriera era tramontata, ci si mise pure la droga. Conobbi l’eroina e la cocaina quando divorziai da mia moglie. Ero solo, avevo perso tutti e tutto e non trovavo altra consolazione. Erano anni tristi. Ero passato dalle stelle alle stalle. Quando decisi di riallacciare i rapporti con mio cugino, andando ad insegnare nella sua scuola di calcio le cose non migliorarono. Le madri dei bambini non volevano che allenassi i loro figli per colpa del mio passato da drogato. Nel calcio il doping ed il calcio scommesse esistono da sempre. Una volta mi hanno proposto di prendere la creatina io accettai non sapendo quel che prendevo. Zeman è stato il primo a parlare di doping, poi l’hanno fatto altri. Mi offrirono anche, quando giocavo nel Licata, di falsare una partita. Io rifiutai. Oggi non mi drogo più, ho toccato il fondo ed ora voglio risalire.”