2013

Mauro Valeri: “Il razzismo si combatte con l’educazione e non con la punizione”

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A tornare sulla vincenda razzismo e curve chiuse ci ha pensato il Dottor Mauro Valeri, sociologo e direttore dell’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996 e attuale responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ai microfoni de Il messaggero ha parlato così: “Sebbene il razzismo sia un problema che risale alla prima metà degli anni ’90, ultimamente si sta radicando e inserendo fortemente nel calcio e, quindi negli stadi. Questo perché stanno aumentando i giocatori di colore, sono sempre di più i calciatori di varie nazionalità. Per questo la UEFA ha deciso di adottare punizioni forti per eliminare tutte quelle discriminazioni legate al colore della pelle, alla religione e alla nazionalità stessa. Anche la Federazione italiana, sulla scia di questi provvedimenti, sta riducendo la tollerenza e combattendo aspramente questi tipi di atteggiamenti. Nonostante ciò il problema non sembra risolversi, anzi. La verità è che servirebbe, più che punire, educare. Bisogna sensibilizzare la massa, proprio come succede all’estero: in Inghilterra, per esempio, se un tifoso si comporta in modo sbagliato gli viene stracciata la tessera. Inoltre, in Italia non c’è mai stato un rapporto sincero tra Ultrà e società: quest’ultime avrebbero dovuto indirizzare al bene i comportamenti dei tifosi. E’ per questo motivo che ora sono ricattabili

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