2014
Minala, la vera storia: era praticamente del Napoli… Ecco tutti i retroscena
Dopo tutte le varie versioni, per lo più fantasiose, circolate negli ultimi mesi in merito all’ascesa calcistica di Joseph Marie Minala, CalcioNapoli24.it ha voluto dedicare un approfondimento al baby-africano prodigio che, approdato quest’estate alla corte di patron Lotito, ha prima strabiliato nella cantera biancoazzurra, per poi passare in prima squadra e addirittura esordire in tempistiche “lampo”. La vicenda ha fatto, sta facendo e farà ancora discutere per tanto tempo. Quel ragazzino col faccione da adulto sembra dimostrare ben più dei 18 anni che il passaporto camerunense e la carta d’identità italiana attestano. La storia di Joseph ha tanti lati oscuri, sprazzi di arcobaleno e uno sbiadito ricordo azzurro color Napoli.
Un’avventura che parte dal Continente Nero direzione Roma con una valigia piena di speranze ed un pallone. Ad attenderlo nel Bel Paese c’è un suo conterraneo (probabilmente lontano parente) il Sign. Felix Bella, residente in Italia da molti anni ed impiegato all’ambasciata camerunense , che da lì a breve ne diventerà poi il tutor ufficiale di nome e di fatto. Il ragazzo, in Italia col duplice obiettivo di imparare la lingua, studiare e poi provare a sfondare nel mondo del calcio , viene affidato all’ufficio tutela di ‘Roma Capitale’, servizio istituzionale che si occupa di minori extracomunitari senza genitori e ne esercita la patria potestà. Minala inizia il suo percorso socio-formativo presso la casa famiglia ‘Città dei ragazzi’, il cui obiettivo è quello di provvedere all’assistenza, all’educazione, alla preparazione e all’inserimento dei ragazzi minorenni stranieri privi di un valido supporto nel contesto sociale e lavorativo del paese in cui sono giunti . E’ l’inizio della favola. Durante un’esibizione amatoriale viene notato da un talent scout , Patrice Penda (già noto per aver scovato molti giovani talenti africani , tra cui ad esempio , Kamana Ogolong del Parma e Cissè dello Sporting Lisbona ndr). Struttura fisica impressionante, grinta e tecnica da vendere , tre marce in più rispetto ai pari età. Parte la segnalazione di Penda ad un addetto ai lavori ed amico fidato: l’agente Fifa napoletano Christian Bosco che, ben conscio e rispettoso dei regolamenti federali (Minala all’epoca era praticamente un giovane non tesserato e perdipiù minorenne) e in attesa che un giorno Minala potesse acquisire lo status di “giovane di serie” o addirittura di “calciatore professionista” , chiama in causa e demanda l’intera cura della questione all’avvocato Luca Albano (foro di Roma ma origini campane); quest’ultimo relazionatosi ed ottenute tutte le dovute autorizzazioni dall’ufficio tutela decide , come prima scelta, di consigliarlo al Napoli.
Il giocatore viene valutato in prima battuta ad un provino dal capo-scouting del settore giovanile Luigi Caffarelli, il piccolo ‘Leone indomabile’ viene promosso a pieni voti , e “Gigi” consiglia subito alla società di valutare più attentamente il ragazzo presso le strutture della S.S.C. Napoli aggregandolo alla squadra primavera. Relazioni più che positive arrivano dall’allenatore Dodo Sormani e dal vice Mazzella (attuale tecnico della squadra allievi nazionali) , sia all’area scouting della prima squadra che al’allora responsabile del settore giovanile (attualmente direttore organizzativo), Francesco Barresi. Castelvolturno diviene dal lunedì al venerdì la seconda casa della giovane promessa, per ben otto mesi. Il club partenopeo, nel frattempo, coadiuvato dall’Avv. Albano prova a verificare le reali e concrete possibilità di tesseramento , cosa che ben presto comincia ad apparire una chimera , stanti la farraginosa macchina burocratica italiana e soprattutto gli ostacoli imposti dalla Fifa circa il tesseramento di un minorenne extracomunitario. Le cose vanno per le lunghe e Minala , sebbene si sia oramai giunti a fine stagione , decide di tornare a Roma e tesserarsi con la scuola calcio Città di Fiumicino (società di puro settore giovanile e svolgente attività nella sua regione di residenza) , dove potrà continuare ad allenarsi e a cullare il suo sogno in attesa di buone nuove e nuove speranze.
Il 30 giugno si svincola e si apre la caccia. I suoi scopritori vengono contattati con insistenza dal gruppo Raiola, che intravedendo le grandissime qualità e prospettive del ragazzo , propongono un periodo di prova all’Inter. Per Minala è un sogno , l’Inter è il club in cui ha militato il suo compaesano idolo Samuel Eto’. Al primo giorno di allenamenti al centro giovanile milanese “Giacinto Facchetti”, dopo solo 15 minuti dall’inizio della rituale partitina, il responsabile del settore giovanile neroazzurro , Roberto Samaden , ne rimane incantato e si impegna ad “opzionarlo sulla parola” in attesa di capire le tempistiche e le modalità per il tesseramento dato che il sodalizio di Moratti era reduce da tre “excursus” piuttosto lunghi e dispendiosi per i tesseramenti di altri “talentini” extra-Ue , tra cui l’attuale giocatore del Livorno , Duncan. All’improvviso incredibilmente, cambia completamente lo scenario. Come nuovo dg si insedia Marco Fassone, che già in Campania aveva seguito il travagliato caso che non aveva sortito esisti positivi ai fini di un eventuale tesseramento e in un clima di “spending review” e mille perplessità s’infrange il sogno a strisce neroazzurre del ‘piccolo’ Joseph. Il Napoli approfittando della situazione torna alla carica. ‘Peppino’, come simpaticamente lo chiameranno i compagni di squadra della Primavera, questa volta si allena alle dipendenze di mister Saurini. I problemi legati al tesseramento sembrano finalmente risolvibili (Minala aveva compito ill 16° anno e poteva approdare in una società che svolgesse attività fuori dalla sua regione di residenza), ma il Napoli , particolarmente impegnato sulla campagna di rafforzamento della prima squadra in quel periodo , non chiude l’affare. Minala, che poneva come “conditio sine qua non” la sottoscrizione del “primo contratto da professionista” , deluso e arrabbiato da queste titubanze dedice di tornare a Roma per valutare altre soluzioni.
Tra i due club professionistici ‘litiganti’, a godere è una scuola calcio , la Vigor Perconti. Organizzazione rinomata della capitale per struttura e come fucina di talenti e nota a livello nazionale per aver ‘battezzato’ Andrea Stramaccioni , e proprio in virtù di ciò promette a Minala che dopo sei mesi , precisamente nella finestra di trasferimenti di Gennaio , sarebbbe passato a titolo definitivo nel club che l’aveva sedotto e abbandonato: l’Inter. Un trasferimento però di fatto impossibile dato che, per i regolamento vigenti all’epoca dei fatti , un calciatore con lo status acquisito da Minala dopo il tesseramento alla suddetta Scuola calcio , non poteva cambiare club per almeno 12 mesi. Joseph dunque alla Perconti ci rimane fino a giugno , un periodo durante il quale viene contattato e avvicinato da una miriade di addetti ai lavori , agenti abilitati, osservatori , ma anche mestieranti e millantatori che dopo avergli propospettato innumerevoli possibilità , facendo leva su un interesse ancora vivo del Napoli , arrivano addirittura a riproporlo alla società partenopea. Ogni santo giorno di quella calda estate il telefono dell’ufficio del direttore Barresi trillava e dall’altro lato della cornetta c’era qualcuno si presentava come colui che poteva finalmente portare Minala al Napoli. In questo clima di confusione , il Napoli , società che si è sempre contraddistinta negli ultimi anni per integerrimità , trasparenza e serietà , anche a livello di settore giovanile , decide suo malgrado di tirare definitivamente “i remi in barca”.
A questo punto tra le decine e decine di addetti ai lavori (come presumibile perlopiù romani) conosciuti da Minala durante la sua stagione come tesserato alla Vigor Perconti , la spunta Diego Tavano (che gli propone la possibilità di aggregarsi in prova al ritiro della primavera della Lazio) , un agente molto vicino allo staff tecnico bianco-celeste ed in particolar modo “all’onnipotente” tecnico Bollini. Minala svolge due giorni di test con la Primvera nel ritiro a Roccaraso , il tecnico da l’ok , richiama repentinamente l’attenzione del Ds Tare e la pratica viene chiusa in men che non si dica. Il resto è storia nota. Le polemiche sull’età, le presunte dichiarazioni rilasciate in Camerun (incredibilmente nate e rimbalzate dal Brasile) fino all’esordio con la Sampdoria. L’incredibile storia del bambino di Yaoundé che poteva giocare al San Paolo e che domani lo calcherà da avversario. Altro che ‘trovatello’ rimasto solo alla Stazione Termini e accolto tra le braccia di qualche presunto salvatore della patria, che adesso, ovviamente, cavalca l’onda della notorietà del ragazzo per farsi pubblicità gratuita.