2013
Moggi, lettera aperta a Lotito: “Ricordati quando Carraro ti salvò dalla B”
E’ una lettera aperta quella rilasciata da Luciano Moggi nel quotidiano Libero al presidente Claudio Lotito: “L’inizio di stagione non sembrava dei migliori visto il vento che spirava negli uffici della Lega Calcio a Milano: polemiche a non finire sulla possibilità di giocare la Supercoppa a Roma e non in Cina, difficoltà di spartizione dei proventi, il maggior incasso alla Lazio. Merito di Claudio Lotito, in Lega evidentemente apprezzato più di Andrea Agnelli. Ma quando si vince si è portati talvolta ad esagerare e il patron della Lazio è volutamente andato oltre le righe, visto che ormai in Italia è diventato uno sport parlar male del più forte, soprattutto se si chiama Juve: ‘Mi auguro che sia una gara vinta sul campo, per carità di Dio che non si favorisca la Juve’. Queste le sue parole, dopo che in Lega gli era stato concesso tutto. Però succede spesso che volendo stravincere si inciampa sulla buccia di banana, così Lotito ha fatto lo scivolone”.
“Lui intanto sa benissimo che non dovrebbe toccare certi argomenti che ricordano molto il 2004/05 quando la Lazio, che stava lottando per non retrocedere, fu soccorsa dal presidente federale di allora, Franco Carraro. Disse infatti il Presidente al designatore: ‘Domenica la Lazio va a Milano quindi non si può fare niente, ma da domenica prossima va aiutata’. E la Lazio si salvò a discapito di altre. Mentre al contrario si comportò Carraro nei confronti della Juve. Sempre nello stesso campionato (era il novembre 2004, prima di Inter-Juventus) Carraro ordinò: ‘Per carità che non si aiuti la Juventus’. La stessa espressione usata da Lotito. Siccome però quella Juve era talmente più forte delle congetture organizzate a suo sfavore dai centri di potere, vinse comunque lo scudetto 2005. Il copione si è ripetuto: il calcio giocato ha messo a tacere i pettegolezzi”.
“La Juventus è andata a stravincere proprio sul campo della Lazio una partita che ha messo in mostra pecche in ogni dove, ma solo in casa laziale. Una squadra vera, quella bianconera: gioco corale di primo ordine e di grande qualità e voglia di vincere che si intravede in ogni suo giocatore. Una squadra che gioca a memoria con un Tevez in più rispetto al passato. Nessuno ha ancora capito che parlar male degli avversari carica gli avversari stessi: e in questo Conte è un maestro, anzi un professore. La Juve ha domato la squadra laziale non solo nelle intenzioni, ma ne ha fiaccato anche le forze fisiche. Tant’è che, se il risultato fosse stato ancora più rotondo, non ci sarebbe stato nulla da eccepire. Farebbero comunque male ai bianconeri a cullarsi sugli allori di questa vittoria perché sabato prossimo, con l’inizio del campionato, li attende a Genova contro la Sampdoria una partita ben più difficile di questa. La squadra di Lotito è sembrata nell’occasione senza idee, di nuovo soltanto l’argentino Biglia che si è sovrapposto a Ledesma finendo per confondere il compagno ma anche se stesso. Hernanes che addirittura poteva essere espulso anziché ammonito per il fallo da dietro su Barzagli; la fascia sinistra – di solito un punto di forza della Lazio – che devastata da Lichtsteiner; una difesa poco protetta dal centrocampo tanto da sembrare un colabrodo. E il solo Candreva a dannarsi per entrare nel vivo della difesa juventina. Questa la Lazio di Supercoppa, troppo poco, per essere vera. Conoscendo comunque la validità della coppia Lotito-Tare, diciamo ai tifosi laziali di non disperare perché sapranno loro come rimettere a posto le cose. Potrebbe essersi trattato di una giornata storta o anche solo di un ritardo nella preparazione. Il resto ce lo dirà il campionato che sta per iniziare”.