2013
Moro: “Lazio deve affinare l’intesa. Chievo squadra da trasferta'”
Alla ripresa del campionato, questa domenica, la Lazio ospiterà all’Olimpico quello che negli ultimi anni si è dimostato un avversario a dir poco ‘duro a morire’, il ChievoVerona. Contro i gialloblù le statistiche raccontano di 1 sola vittoria negli ultimi 11 confronti in casa, uno score decisamente deficitario. Per spiegare i ‘segreti’ del Chievo è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 Fabio Moro, ex giocatore gialloblu e attaule tecnico degli Allievi Regionali del Chievo.
INTESA ANCORA DA TROVARE – Secondo Moro, uno dei motivi di questo avvio stentato della Lazio è a fronte di un organico ben assortito e competitivo, deve affinare ancora gli automatismi tra i vari reparti: “La Lazio deve ancora trovare la quadratura del cerchio. Ci vuole sempre un pò di tempo rendere fluidi certi meccanismi. A livello qualitativo è una squadra di altissimo livello, ma deve ancora lavorare sull’intesa perfetta. Il Chievo invece, come ogni anno, deve salvarsi. Quest’anno il campionato sarà molto difficile. La Lazio non è implicata nella lotta salvezza, perciò prima riesce a trovare gli equilibri e prima esprimerà tutta la qualità di questi giocatori”.
CHIEVO TABU’ – A fronte di uno score estremamente negativo col Chievo, Moro illustra quali sono secondo lui le ragioni delle difficoltà biancocelesti contro i veneti: “Nel calcio può succedere tutto e il contrario di tuttoo. Per caratteristiche, il Chievo è più una squadra da trasferta, la Lazio, invece, in casa deve fare la partita e a volte ‘inciampa’. I miei ex compagni mi hanno fatto un’ottima impressione finora. Trovo che la partita con la Lazio sia simile a quella contro il Napoli: contro giocatori molto più quotati, ma ogni partita fa storia a se. La squadra verrà a Roma concentrata e determinata a concedere il meno possibile alla Lazio”.
IL GOL DI SINISA – L’unica vittoria biancoceleste contro il Chievo, porta addirittura la firma di Sinisa Mihajlovic. Moro ricorda ancora nitidamente quel match, nella stagione in cui il Chievo si fece conoscere dall’Italia come una delle più belle favole del calcio. “In concomitanza con la partita, a Roma ci fu il G8. Quel giorno partimmo dopo l’allenamento del pomeriggio. C’era un temporale, atterammo a Napoli e arrivammo a Roma in taxi arrivando in hotel alle 3 del mattino. Nonostante tutto, facemmo una grande partita, ma non bastò: ci fu un fallo su Franceschini e della punizione si incaricò Mihajlovic: sinistro potente come al solito, la palla fu deviata e Marchegiani battuto”.