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Neto: «Arrivare alla Lazio? La cosa migliore per la mia carriera. Immobile? Un vero goleador!» – FOTO
Il nuovo acquisto biancoceleste Pedro Neto ha rilasciato una nuova intervista a ‘Record’, in cui si è soffermato a parlare dell’inizio della sua avventura alla Lazio
E’ arrivato da poco all’ombra del Colosseo, ma ha già incantato i tifosi della Lazio, accorsi qualche giorno fa a Formello per l’amichevole contro il Real Rocca di Papa. Pedro Neto, giovane portoghese classe ‘2000 sembra avere tutte le carte in regole per diventare un campione. Il giocatore ha rilasciato una lunga intervista a ‘Record‘ nella quale si è soffermato a parlare anche dell’inizio della sua avventura nella squadra con l’aquila sul petto:
OBIETTIVI – «In primo luogo, voglio avere la possibilità di dimostrare il mio valore. Voglio fare 10 partite, perché il primo anno sarebbe l’ideale. La squadra è anche molto competitiva e so che devo lavorare molto, ma l’obiettivo principale è quello».
INZAGHI – «Mi ha detto di avere pazienza. Mi ha detto che sono ancora molto giovane, ma che avrò le mie opportunità. Sarà così. Ora devo guadagnare la fiducia della squadra per cogliere l’occasione quando arriverà».
NANI – «Nani mi ha accolto molto bene con Bruno Jordão. Mangiamo sempre insieme. Dice che per lui è un piacere aiutare i giocatori più giovani e per noi è stato fondamentale in questa fase. Dall’alto della sua esperienza e della sua importanza ci sta aiutando ad integrarci nel gruppo».
COMPAGNI DI SQUADRA – «Quello che ha attirato la massima attenzione è stato Immobile, la punta della squadra. Lui è un grande goleador. Finora ha segnato 13 gol in 10 partite (9 di queste del campionato). Non è facile mi creda. La cosa più importante nel calcio è fare gol e lui ha un’enorme attitudine nella finalizzazione. Non è facile fare molti gol in Serie A perché, come ho detto, le difese sono molto forti. Devi essere qualcuno al di sopra della media».
SERIE A – «Sono un giocatore tecnico, abituato ad avere la palla, e qui in Italia la componente tattica è piuttosto forte. Certamente migliorerò dal punto di vista tattico, perché è ciò che funziona di più. Affrontare le sfide più difficili è anche quello che dà il massimo piacere. Posso sicuramente migliorare perché le difese hanno tanta qualità ed è difficile superarle».
INFANZIA – «Non avevo intenzione di giocare a calcio perché mio padre era un giocatore di hockey professionista. All’età di 3 anni stavo già pattinando e non ho avuto modo di scegliere il calcio. Non potevo immaginare che avvenisse tutto questo, ma già dalla fine della scorsa stagione ho saputo dell’interesse della Lazio. Poi mi hanno presentato il loro progetto e mi è piaciuto molto»
HOCKEY O CALCIO? – «Si è perso un grande giocatore di hockey ed è stato acquistato un ottimo calciatore (ride, ndr). Non conoscevo la selezione e l’allenatore diceva a mio padre di non farmi uscire, ma quando ho dovuto scegliere tra andare per Sp. Braga e rimanere a Viana do Castelo per giocare a hockey, ho optato per il calcio e ho fatto la scelta migliore, grazie ai miei sforzi e alla mia dedizione. Oggi mi guardo indietro e vedo che è stata una scommessa vincente Nel calcio, i costi sono completamente diversi. Questo è stato uno dei motivi che mi ha portato anche a giocare a hockey, non lo nascondo».
DECISIONE – «La decisione è stata presa da me. Da mio padre ho ereditato l’hockey, ma ho preso la decisione di dedicarmi al calcio perché era ciò che preferivo. Anche se mi piace l’hockey, è stato il gioco del calcio che mi ha dato più soddisfazione».
SALTO DI QUALITA‘ – «E ‘stato un grande salto, ma fatto con la consapevolezza che fosse la cosa migliore per la mia carriera».