2013

Onazi al centro di tutto: “Il pareggio con Milan può rappresentare la nostra svolta. I giovani? Sono bravi…”

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A San Siro contro il Milan è entrato in campo ed è stato determinante. Adesso Eddy Onazi non si vuole fermare; come scrive Il Tempo, ventiquattro mesi per prendersi la Lazio con un’ascesa irresistibile, da giovane promessa della Primavera allenata da mister Bollini a titolare inamovibile della prima squadra guidata da Vladimir Petkovic. Rinunciare al nigeriano non si può, almeno in questo momento, e il tecnico di Sarajevo se ne è accorto una volta di più a San Siro, nella partita più difficile, nello stadio dove la Lazio non vince (contro il Milan) dal 1989.

Nel primo tempo, con Onazi in panchina e il fantasma di Hernanes in campo, la Lazio ha sofferto le pene dell’inferno; nella ripresa, con il nigeriano nel cuore dell’arena, la partita si è all’improvviso capovolta. Merito del nuovo schieramento tattico scelto da Petkovic, un più equilibrato 4-3-3, ma anche e forse soprattutto dell’apporto garantito da Onazi, attento in ogni chiusura e protagonista nelle ripartenze biancocelesti degli ultimi minuti, quando la Lazio avrebbe potuto addirittura portare a casa i tre punti: “Il pareggio ottenuto a San Siro può rappresentare la svolta psicologica della nostra stagione: io lo spero davvero. In queste prime gare la fortuna non ci ha affatto aiutato, abbiamo pareggiato o perso partite nelle quali meritavamo qualcosa di più. E poi abbiamo avuto tanti infortuni. Ma contro il Milan abbiamo giocato un’ottima ripresa e ora non vogliamo fermarci”, ha dichiarato il nigeriano. 

Eddy vola in campo, ma preferisce restare a terra fuori dal rettangolo verde perché non ama le turbolenze in volo (“sull’aereo per Milano ne abbiamo incontrate molte“, racconta il nigeriano). Per questo, sfruttando il giorno libero concesso da mister Petkovic dopo il pareggio di San Siro, con l’assenso della società Onazi ha “schivato” il charter notturno che ha riportato la squadra nella Capitale subito dopo la gara per salire su un comodo Freccia Rossa alle 11 del mattino seguente.

Volto rilassato, Onazi si è “nascosto” su una poltrona di seconda classe, passando inosservato tra gli ignari passeggeri compagni di viaggio. Un tragitto tranquillo, tre ore trascorse leggendo un quotidiano, mandando qualche messaggio e ascoltando musica per ricaricare le batterie in vista della prossima sfida, in programma domenica allo stadio Olimpico contro il Genoa. Una partita da vincere a tutti i costi per non gettare nel cestino i recenti segnali di ripresa, o meglio i buoni risultati ottenuti contro Cagliari e Milan. Chi sta cercando di esplodere in questa Lazio sono i tanti giovani che sono arrivati quest’anno, come Perea, Felipe Anderson e Keita: “Sono bravi, hanno solo bisogno di tempo. L’importante è giocare insieme, da squadra, solo così possiamo migliorare”. 

Onazi disegna la strada. Del resto lui ha impiegato appena due anni per prendersi la Lazio. Sbarcato nella Capitale nell’estate 2011, dopo una stagione in Primavera il nigeriano ha fatto subito il grande salto in prima squadra: 28 presenze lo scorso anno, già 11 (su 14 partite ufficiali) in questa stagione e un gol segnato in Turchia sul campo del Trabzonspor. Per Petkovic ha scavalcato l’ex insostituibile Gonzalez nelle gerarchie del centrocampo biancoceleste. E ora può puntare al trittico Genoa-Apollon-Parma, per poi trascinare la Nigeria al Mondiale (nell’andata del playoff le Aquile hanno battuto 2-1 l’Etiopia in trasferta, ma Onazi è scaramantico: “Ancora non è fatta“) e sfidare l’Italia nell’amichevole del 18 novembre prima di tornare a Formello e concentrarsi sulla Lazio. Perché Onazi avrà forse paura dell’aereo, ma sul campo non vuole smettere di volare.

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