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Orsi: «Passo indietro sul piano del gioco, ma ottima reazione allo svantaggio». Su Keita e Felipe Anderson…

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Nato a Roma, cresciuto nelle giovanili della squadra giallorossa, ma poi una carriera tutta al servizio della Lazio. L’ex portiere e allenatore biancoceleste Fernando Orsi è intervenuto nella trasmissione radiofonica “Laziali On Air”, in onda dalle 10 alle 13, dal lunedì al sabato, su Elleradio. Nel giorno del suo compleanno, ha espresso un parere sul pari della Lazio in casa del Chievo: «Mi è piaciuto lo spirito di reazione della squadra una volta subito lo svantaggio. Sul piano del gioco forse è stato fatto un passo indietro rispetto alle partite precedenti, ma è una squadra che sta ricercando una precisa identità e per dare giudizi approfonditi bisognerà attendere le prossime partite di campionato».

 

Che impressione ha fatto Keita? «Quella di un giocatore voglioso, desideroso di mettersi a disposizione della squadra. Ora è chiaro che dovrà riconquistare la fiducia del gruppo, ma credo possa essere un elemento importante per la stagione della Lazio e debba continuare a crescere credendo nelle sue qualità e restando concentrato sul campo».

 

Con la coppia Bastos-De Vrij la Lazio può aver risolto i problemi in difesa? «Lo spero. De Vrij è una garanzia se sta bene, Bastos deve ancora dimostrare molto, ma i primi segnali in questo senso sono sicuramente incoraggianti. Sembrano una coppia difensiva ben assortita».

 

Su Marchetti… «Bisogna entrare nella psicologia del portiere, che è un ruolo delicatissimo. Io continuo a considerarlo uno tra i primi quattro estremi difensori in Italia, poi ogni tanto può avere delle battute a vuoto, ma è importante dargli fiducia».

 

Immobile è troppo solo in avanti? «Lì deve essere bravo l’allenatore a permettere agli esterni di aiutare l’attaccante centrale, far lavorare la squadra per permettere al centravanti di essere servito al momento giusto. Se si sceglie il tridente bisogna poi lavorare per affinarne le caratteristiche».

 

Felipe Anderson sembra essere di nuovo un’incognita. Cosa gli manca? «Lo abbiamo visto ai suoi massimi e ai suoi minimi. Secondo me è un giocatore normale, non un grande giocatore. Ha un rendimento che è comunque costantemente inferiore alle qualità che ha e che fece vedere in quelle famose dieci partite di due stagioni fa, questo è evidente».

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