2015
Palla a Biglia e…stai tranquillo: il Principito è l’artefice della grande stagione della Lazio
Palla a Klose e s’abbracciamo. Anzi no. O forse sì, ma non è questo il punto. Sarebbe superfluo, quasi scontato elogiare le gesta di un fuoriclasse come Miroslav Klose, anche ieri a segno con una splendida doppietta ma soprattutto con una gara eccezionale sul piano della voglia e del sacrificio. Un poker alla Fiorentina che ha portato la Lazio al terzo posto in classifica in coabitazione col Napoli, a -4 dalla Roma, un 4-0 che ha lasciato tutti a bocca aperta: dal popolo biancoceleste agli avversari viola, fino ai tifosi ‘neutrali’, che si stanno finalmente accorgendo del giocattolo (quasi) perfetto di Stefano Pioli. Ma si sa, una squadra la rendono grande i fuoriclasse. E la Lazio ha in Lucas Biglia l’elemento imprescindibile.
TOP-PLAYER – Visione di gioco, tecnica sopraffina, precisione, capacità di leggere perfettamente le situazioni in fase difensiva e offensiva, oltre che di fare schermo e di recuperare palloni su palloni. Contro la squadra di Montella ‘il Principito’ è stato un’autentica piovra. O una calamita, se preferite. Dove stava il pallone, c’era Biglia. Il faro della Lazio, l’iniziatore di ogni azione biancoceleste. E ieri sera l’uomo che ha aperto le danze: destro al volo dal limite e palla all’angolino basso. Poco dopo una sventola ribattuta da Neto con l’aiuto del palo. No, nessun replay: semplicemente la conferma che la rete del 6′ non sia stata affatto una casualità. Tutt’altro.
METAMORFOSI – Per carità, non può essere un solo calciatore a cambiare così una squadra in neanche una stagione. Ma allo stesso tempo, è incontrovertibile rilevare quanto Biglia sia migliorato, quanto si sia responsabilizzato, conquistando tutti: tecnico, compagni e tifosi. Il vero insostibuile della formazione di Pioli. Un calciatore che garantisce qualità e quantità, oltre che una mobilità e una corsa indispensabili per il gioco del tecnico emiliano. La metamorfosi di Biglia è la metamorfosi della Lazio. Basta guardare i numeri: in 26 giornate (l’argentino è sceso in campo 20 volte saltando sei match tra infortuni e squalifiche) ha giocato più palloni che nell’arco di tutta la passata stagione (1299 a 1395) e ha una media voto più alta (5,750 contro 6,30). Palla a Biglia e…stai tranquillo. O palla a Biglia e…non la perdi mai. Scegliete voi. Cambia poco.