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Papadopulo su Lazio-Napoli: “La Lazio può fare grandi prestazioni. Ricordo il mio periodo da giocatore, un gruppo dalle due anime”
Mancano poche ore al match tra Lazio e Napoli e ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto Giuseppe Papadopulo, ex giocatore e allenatore della Lazio: “La Lazio ha dato segni di ripresa, ma il Napoli è una grande squadra e occupa il primo posto con merito. A livello di valori la lazio si avvicina alla squadra partenopea, quindi stasera se la potrà giocare. Credo che la Lazio abbia dimostrato che con squadre di grande caratura è in grado di fare grandi prestazioni e ottenere ottimi risultati. Il calciomercato? Io credo che le squadre che hanno degli obiettivi dichiarati debbano operare soltanto nella sessione estiva. Il cosiddetto di mercato di riparazione porta soprattutto buchi nell’acqua. E’ difficile, infatti, che un giocatore si integri subito in un contesto.I fatti dimostrano che in generale i risultati del mercato invernale diano pochissimo frutti, anche se ci sono delle eccezioni. La lazio deve ottimizzare quello che ha all’interno, cercando di far crescere i propri giocatori. Bisogna cementare il gruppo e non immettere altri giocatori per cercare di raggiungere gli obiettivi che la Lazio e i tifosi meritano”. Sul finale dell’intervista Papadopulo ricorda i suoi momenti vissuti in biancoceleste: “Quel derby vinto 3-1 ha fatto bene alla salute, ci fa piacere ricordarlo e ci fa piacere che ce lo ricordino, perché vuol dire che abbiamo seminato bene. Ho in mente il periodo da giocatore, quando ero più giovane. Non mi potrò mai scordare il gruppo storico della Lazio da Chinaglia a Oddi a Wilson, sono stati anni importanti. Anche un’allenatore, Maestrelli, che ha lasciato una traccia indelebile sotto il profilo umano. Era una Lazio pazza, passavamo da prestazioni importanti a guerriglie durante la settimana, ma la domenica eravamo molto coesi: era un gruppo dalle due anime. Era un calcio diverso, però, ci trovavamo più spesso con le famiglie a mangiare insieme, ora ognuno vive la propria vita, senza cementare il gruppo”