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Paparelli, Nicoli: «Giocammo quel derby imbabolati, sospesi nel vuoto»
Aldo Nicoli, ex numero 10 della Lazio, era in campo in quel tragico 28 ottobre del 1979. Oggi, racconta come i giocatori hanno vissuto la morte di Paparelli
Quarant’anni fa, moriva Vincenzo Paparelli. Oggi ricorre l’anniversario di quel tragico evento che ha segnato profondamente il mondo del calcio e del tifo e raccontare quella giornata particolare, è Aldo Nicoli, all’epoca in campo con la maglia della Lazio. A Lazio Style Radio, le sue parole: «Ho vissuto solo due derby, ma mi sono bastati per vedere un po’ di tutto. Dalla vittoria con mio gol nel 1978/79, a quel 28 ottobre. Ne ho parlato spesso, qualche anno fa ho anche incontrato Gabriele. Quello che ha scritto nel suo libro, le vicende degli anni successivi, la perseveranza d’odio senza senso che ha dovuto subire la famiglia, mi ha davvero scioccato. Più di quella giornata, dove noi in campo eravamo tutti imbambolati. Sapevamo che fosse successa una disgrazia, ma non cosa fosse accaduto di preciso. Ci hanno detto di giocare per mantenere l’ordine pubblico, ma nessuno ci disse di fingere una partita vera. Non abbiamo concordato niente, semplicemente abbiamo giocato sospesi nel vuoto. C’è stata un’intesa tra di noi che ci ha fatto capire che dovevamo farla sembrare un derby ‘normale’, ma non c’erano le condizioni perché fosse così. Sapevamo tutti che era una partita proforma».
«Eravamo completamente smarriti. Non era mai successa una cosa del genere allo stadio, la drammaticità dell’evento era una novità assoluta. Da quel che ricordo, però, nessuno si pose il dubbio se giocare o meno, abbiamo obbedito alle indicazioni ricevute dall’alto. Il calcioscommesse? È stata una stagione disgraziata, quello era solo l’inizio. Anche per me non è stato un grande anno, ero reduce da un infortunio e per questo avevo giocato davvero poco. È stato l’anno in cui è iniziata la discesa verso il mio ritiro. Nelle due stagioni in cui ho giocato nella Lazio si sono condensati forse 10 anni in qualsiasi altra società, è stata un’esperienza breve ma intensissima».