2013

Passano gli anni… Ma i derby restano

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Ci sono Derby e derby. Ci sono partite che fanno la storia e altre che fanno numero. Si uniscono ad una lista che viene ampliata pian piano ma serve solo per essere conservata negli annali. Ci sono Derby che sono valsi lo scudetto, derby che sono valsi la rinascita, altri la retrocessione, altri ancora hanno sancito una superiorità territoriale solo temporanea. Altri sono valsi un “quasi scudetto” come lo chiamavano sulla sponda giallorossa del Tevere. Il “Quasi scudetto” sembrava diventato un titolo, e quel derby, quello in cui la Lazio stava per fare uno sgambetto alla Roma, ma poi arrivò Vucinic a sistemare le cose, fece tremare tutti i laziali, che trovarono consolazione poi con Pazzini. Ci sono Derby in cui i calcoli la fanno da padrone, ed il pubblico ne subisce la noiosa farsa. Come quello del Maggio 2005, quando in verità andò in scena il “non derby”. Ci sono derby in cui sembra fatta ma poi arriva Castroman e rovina la festa a qualcuno. Ci sono derby in cui dovevano andare in campo i membri del circolo anziani Roma sud, invece quel giovane 35enne”Gli ha fatto male ancora ‘na vorta”, come ci sono derby in cui i meno forti sembrano spacciati ma arriva un “vecchio 20enne” ad esultare sotto la Sud. Ma ci sono anche partite per il quale qualcuno si dovrebbe pentire, come quella non disputato del 21 Marzo 2004. Ci sono anche derby in cui una leggenda, un uomo gigante dal cuore d’oro, si scaglia contro i tifosi avversari con il dito indice sollevato, in segno di sfida, e il laziale per la prima volta si sente non solo superiore, ma eroe. I derby ci sono e ci saranno, ce ne sarà uno domenica che potrebbe fare storia o sommarsi agli altri e fare solo numero. Ci sono stracittadine che si dimenticano, altre che si ricordano sempre, alcune che fanno male, come quella volta che Capitan Nesta si è sciolto come neve al sole davanti all’aeroplanino giallorosso, altri che sono un tocca sana per l’umore, come quando la Lazio calò il poker davanti all’attonito Boemo. Ma ce né uno così unico che potrebbe non ripetersi mai. Uno cosi unico che potrebbe diventare pericoloso, come ci hanno ricordato diversi calciatori biancocelesti, un derby che va tenuto nel cassetto dei ricordi ma va paradossalmente esorcizzato per non rimanere con la testa ancora al passato, un derby così sentito da far crollare le certezze di 86 anni di storia, così sentito da oscurarli questi anni. Così bello che ancora se ne sente il dolce sapore in bocca. Un derby che segna un epoca, e a poco potranno servire i tentativi di cancellarlo. Senza pensare, che per cancellarlo bisogna prima vincerlo… 

Fabiano Di Stefano – Lazionews24.com 

 

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