2014

Petkovic e la Svizzera: “Attendo con ansia il 1 Luglio! La Lazio? Sono stati due anni intensi”

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Torna a parlare dalla sua Svizzera, Vladimir Petkovic. L’ex allenatore della Lazio, che dal 1 Luglio inizierà il suo incarico da CT, ha parlato in conferenza di quello che lo attenderà, senza dimenticare i suoi trascorsi nella capitale italiana. Di seguito l’intervista completa raccolta dal portale aargauerzeitung.ch.

Stai già studiando la nazionale Svizzera?
“Ho molto tempo per guardare le partite, a volte in tv, altre allo stadio. Attendo con andia il primo luglio, quando inizierò il mio nuovo incarico a pieno regime. Sono consapevole del fatto che allenare un club e un allenatore una nazionale sono due cose completamente diverse”.

Hai già parlato con i giocatori?
“No, li voglio lasciare in pace, prima della Coppa del Mondo non voglio disturbare nessuno. Sono consapevole che il tempo dopo il Mondiale sarà poco, perchè la maggior parte dei giocatori sarà in vacanza fino a metà agosto, con il campionato svizzero che inizierà a luglio e le qualificazazioni per il campionato europeo già fissate per settembre”.

Quale periodo ha avuto il maggior impatto sulla tua carriera?
“Sono stato fortunato a fare piccoli passi alla volta nella mia carriera, dalla 1° Divisione fino alla Serie A. Da Agno, al Bellinzona, fino alla Lazio. In Turchia e in Italia ho imparato molte cose anche fuori dal campo, che era importante per lo sviluppo personale. Molti aspetti fuori dal calcio sono importanti per far bene, hanno un grande impatto sui risultati”.

Come successore di Ottmar Hitzfeld ti senti già sotto pressione?
“Dal primo giorno della mia carriere un allenatore è sotto pressione. Quando sono arrivato a Roma erano tutti scioccati sulla pressione che potessi sentire. Cancellare l’eredità di un grande allenatore come Hitzfeld non è facile, ma la Svizzera ha giocato molto bene negli ultimi anni. Sono convinto che ha ancora molte opportunità di migliorare e io darò il mio contributo”.

Quali cambiamenti vuoi adottare?
“Ho pochissimo tempo a disposizione, voglio trasferire alla mia squadra poche idee alla volta. Naturalmente ho le mie idee, le mie convinzioni, ma non c’è ragione di andare di corsa. Questo è il punto di partenza da cui voglio iniziare. Penso che la Svizzera farà bene in Brasile, in modo da avere grande fiducia per i Campionati Europei”.

Qualche giocatore lascerà la nazionale dopo la Coppa del Mondo?
“Ho un elenco molto ampio di giocatori, penso che ci siano davvero pochi problemi. Sono quasi tutti sotto i 30 anni e hanno l’opportunità di migliorare”.

Perché avevi voglia di tornare in Svizzera?
“Non è facile da dire. Sono molto orgoglioso di questo lavoro, significa molto per la mia carriera. Quando mi è arrivata l’offerta non potevo dire di no. Abbiamo parlato due volte, dopo tutto è stato più chiaro”.

La Federazione avrebbe voluto continuare con Hitzfeld, poi è ricaduta su Marcel Koller. Ti senti una seconda o addirittura una terza scelta?
“No, ho letto queste cose solo sui giornali, ma in quel momento non avrei mai pensato che avrei potuto allenatre la svizzere. Ci sono molte strade nel calcio, adesso ho davanti a me questo percorso che mi rende orgoglioso”.

E’ difficile aspettare tutto questo tempo prima di allenare la squadra?
“Mi fa bene recuperare in questo periofo, gli ultimi anni a Roma sono stati molto intensi. Nella scorsa stagione abbiamo disputato 57 partite ufficiali, in questa stagione 30. Ho anche il tempo di parlare con altri allenatore della nazionali. E’ arrivato il momento di trovare il mio stile per poter allenare una squadra nazionale”.

Come pensi di vivere la Coppa del Mondo?
“E’ chiaro che il mio mandato inizierà solo dal 1° Luglio. Io resterò da parte, non voglio interferire. Non andrò in Brasile, guarderò le partite solamente in TV. Non voglio creare polemiche”.

Hai mai parlato con Ottmar Hitzfeld?
“Si, è una persona accogliente, è stato un incontro casuale. Penso che un allenatore non debba sapere tutto, ma imparare cose nuove”.

Cosa volevi sapere da Hitzfeld?
“Si trattava di sapere come si allena una squadra nazionale, dove si hanno i problemi all’inizio. Della squadra non abbiamo parlato, c’è un sacco di tempo al primo luglio. Già conosco molti giocatori”.

Qual è la più grande forza del calcio svizzero?
“Ha una chiara leadership , una scuola chiara e c’è un corretto sviluppo dei giovani. Lavorare con i giovani è eccezionale. Si può notare dal fatto che molti di loro attualmente si stanno muovendo all’estero . Saranno molto affamati in futuro. Questo è importante!”.

Qual è la tua filosofia di gioco?
“Voglio un gioco organizzato, aggressivo, offensivo. Voglio essere migliore degli avversari, giocare sempre per vincere”.

Qual è il tuo sistema di gioco preferito?
“Nella mia carriera ho utilizzato molti schemi. Non sono imporanti i sistemi di gioco, ma i principi. E’ meno importante giocare a tre o a quattro difensori piuttosto del modo in cui gioca la squadra. Voglio vedere compattezza, aggressività, dinamismo”.

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