2013

Petkovic fuori… Ma i protagonisti in campo?

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Petkovic ormai è (quasi) storia passata, i giocatori però restano. Restano con un’identità indefinita ed indefinibile, perché nel giro di un paio d’anni abbiamo visto una trasformazione radicale che spesso ci porta a pensare e a volte dubitare delle capacità dei singoli che prima dell’anno di blackout non avremmo mai sognato. Prendiamo il buon Marchetti ad esempio, passato da saracinesca impenetrabile a facile preda dei più disparati attaccanti che militano nella massima serie italiana. Incredibile mutazione di un portiere che fino a pochi mesi fa poteva essere considerato l’unico degno erede di Gigi Buffon. Stessa sorte affligge il profeta Hernanes. Nessuno pensava di poter mettere in dubbio la grandezza dell’atleta brasiliano. Basti pensare l’ultimo derby di campionato della stagione 2012/2013 (1-1) dove l’ex San Paolo ha fatto il buono e il cattivo tempo segnando un gol strepitoso, fallendo il rigore del possibile raddoppio, e commettendo il fallo del rigore per i giallorossi grazie al quale la partita è stata pareggiata. Passiamo alla freccia Lulic. Da pendolino inarrestabile a fantasma impalpabile. Tenendo da parte il lampo del 26 Maggio non si ricordano di lui prestazioni convincenti, utili a far ricredere chiunque su di lui. Anche lo stesso Klose non è da meno. Questo è un Miro che sembra essere interessato solo al risvolto nazionale, non più convincente, non più aggressivo, non più “quello che la butta dentro in ogni situazione”. Discorso diverso per Candreva. L’ala romana è sempre aggressiva e sempre pronta a non risparmiare sudore e corsa. Non si può però dire che questa epidemia non lo abbia colpito affatto. Infatti nonostante la corsa e la grinta infinite, il caro Antonio cerca spesso l’azione individuale (anche nei casi più improbabili), “stecca” spesso e volentieri calci piazzati, e particolarmente calci d’angolo. Diciamo un Candreva con lo stesso carattere ma con piedi, consapevolezze e scelte diverse. Questo è un quadro generale dei giocatori che fino allo scorso dicembre hanno fatto la differenza ed ora sembrano spariti, svogliati e non indirizzati dalla figura di un mister che ha sempre confermato la fiducia della squadra nei suoi confronti ma che non sembra sia stato proprio così. Quindi la domanda che resta da farci è una sola e richiama molto l’inizio di questo breve pensiero: Petkovic ormai è storia passata, ma i giocatori che restano quale identità sceglieranno, quella degli anni passati o quella del terribile 2013? 

Giorgio Andrea Di Fazio – Lazionews24.com

 

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