2013
Petkovic, Lotito e il naufragio della Lazio: serve una scossa, ma la colpa è di tutti…
Naufraga la Lazio, chiude malissimo un 2013 pessimo, buio, illuminato di fatto solo dalla parentesi della vittoria in Coppa Italia, con l’ennesima, frustrante sconfitta per 4-1 a Verona. Naufraga la Lazio, una Lazio spenta, inconcludente, vulnerabile, molle. Una squadra senza capo nè coda, senza voglia nè grinta, appagata per un successo che sembra lontano un secolo, relegata al ruolo anonimo di squadra da metà classifica. Naufraga la Lazio, e con lei il suo allenatore. Pochi alibi ormai: 45 punti in un anno solare (da gennaio 2013 ad oggi) sono da mettersi le mani tra i capelli. Come detto c’è stato l’acuto della Coppa Italia, ma non si può vivere di rendita. O almeno, la squadra non può vivere di rendita. Petko ha le sue colpe, è sotto gli occhi di tutti. Tantissimi cambi di modulo hanno portato ad una confusione di massa, risulta poi scarsa la capacità di caricare la squadra, di spronarla a combattere. Si parla molto, i proclami e quel “dominare avversario” sono all’ordine del giorno: poi guardi la classifica, il gioco, le partite la domenica e i risultati risultano disastrosi. Naufraga la Lazio, e con lei il duo Lotito-Tare. A distanza di 4 mesi si possono tracciare i primi bilanci: il mercato è stato (nuovamente) fallimentare. Ad oggi l’unico nuovo acquisto che ha il posto da titolare è Lucas Biglia. Ci sono i punti interrogativi Perea e Felipe Anderson, giovani, probabilmente bravi, ma usati col contagocce. Ecco poi Novaretti (impossibile capire un acquisto del genere) e Vinicius (spacciato per nuovo Kolarov, zero presenze all’attivo). Serviva (e serve) gente di qualità, poche chiacchiere. Sono stanchi i tifosi, stufi di vedere un qualcosa che non c’è, arrabbiati, inferociti, ma più che altro delusi per l’ennesima annata deludente, per un altro appuntamento con il salto di qualità rimandato, ancor di più dopo un grande successo come quello ottenuto contro i rivali cittadini. Serve una scossa, ormai l’esonero dell’allenatore diventa necessario. Si rischia di rivivere un Ballardini-bis, inutile continuare a dire che la situazione è diversa. La situazione è, oggi come allora, ugualmente pessima. Petko ha detto sì alla Svizzera, in giornata è arrivata l’ufficialità ma la sensazione è che la firma ci sia già da tempo. Un atteggiamento, quello del bosniaco, che ha mandato su tutte le furie Lotito, che adesso aspetta le dimissioni dell’allenatore (che a sua volta non ha intenzione di dimettersi). Una confusione generale in cui a rimetterci è solo la Lazio. Guai a trattenere Petko fino a giugno: la scossa deve esserci, però non deve togliere minimamente le colpe alle altre due componenti sopra citate: squadra e dirigenza. A pagare, come avviene nel calcio, è sempre l’allenatore, ma il dito va puntato ugualmente ed egualmente anche sulla squadra, su Lotito e su Tare. Si vince da squadra, come accadde il 26 maggio, e si perde da squadra. Ma ad andar via sarà solo Petkovic. Solo lui.
Gianmarco Liberati – Lazionews24.com