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2014

Pioli non cambia, sarà sempre una Lazio d’attacco

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Avanti così, la Lazio continuerà a giocare all’attacco: calcio propositivo, linea difensiva alta, velocità e rapidità nel recupero del pallone a centrocampo. Stefano Pioli non cambia rotta, perché non può essere la sconfitta di San Siro a mettere in discussione il progetto su cui sta lavorando dal 10 luglio. Non è stato l’avversario a determinare l’atteggiamento, ma una scelta precisa di campo. La Lazio – come riporta il Corriere dello sport – aveva giocato esattamente nello stesso modo tutte le amichevoli estive, da Lisbona ai test tedeschi con Amburgo e Hannover, per finire con il Latina a Ferragosto. Squadra offensiva, ancora con poco equilibrio tattico. Avrebbe meritato di più e un passivo meno pesante, alla fine poteva persino riaprire la partita, sono grandi i rimpianti. Si ripartirà dall’ultima mezz’ora, dal gioco e dalla pressione esercitata (con maggiore profitto) nella ripresa, quando la Lazio si è rovesciata nell’area di rigore del Milan, costruendo sei o sette occasioni nitide da gol prima del rigore sbagliato da Candreva. Il conto degli angoli (10-0) e la superiorità nel possesso palla (56% contro 44%) completano il quadro statistico a favore dei biancocelesti. Ma non è vera forza se cominci a giocare meglio quando sei sotto di tre gol. L’analisi del tecnico emiliano è stata serena, ci sono degli errori da correggere e serve del tempo per completare il processo di trasformazione di una squadra abituata da anni a chiudersi e ripartire. Non è assolutamente un caso se Petkovic, in tutto il 2013, non era riuscito a vincere una partita di campionato in trasferta e se il tandem formato da Reja e Bollini, nei primi sei mesi del 2014, aveva infilato cinque successi esterni nel girone di ritorno, portando la Lazio a un soffio dall’Europa League. Si chiudevano e ripartivano, sfruttando gli allunghi di Keita e Candreva, che hanno bisogno di campo per allungare in progressione. A San Siro, domenica pomeriggio, è accaduto il contrario. Non c’erano aria e spazi da sfruttare, tutti erano raccolti in trenta metri con la linea difensiva alta. Scarso il raccolto. Il Milan è andato a segno in contropiede, la Lazio nell’intero primo tempo non è mai riuscita a tirare in porta. Tre nuovi acquisti in campo (Basta, De Vrij, Parolo) non in grado da soli di trasformare la squadra, stesso modulo della scorsa primavera (4-3-3), interpretazione differente.

Pioli ha spiegato che il problema non è legato alla linea difensiva alta. Durante la partita, il tecnico incitava i suoi difensori a mantenere lo stesso tipo di atteggiamento, a non indietreggiare. Bisogna credere nel progetto anche quando i risultati non arrivano. Se si decide di attaccare, è necessario alzare il baricentro e tenere corte le distanze tra i reparti. La Lazio è mancata sulle seconde palle, non è stata cattiva e rapida a centrocampo nel recupero, concedendo le ripartenze al Milan. Pioli lavorerà sui difetti durante la sosta. Il tempo lo aiuterà, favorendo la crescita di condizione di alcuni giocatori. Parolo, Candreva e Lulic possono dare molto di più in termini di dinamismo. Forse un mediano con le caratteristiche di Onazi resta indispensabile. Biglia in regia porta maggiore movimento, ma l’argentino fraseggia. Non ha le idee oppure i lanci in verticale di Ledesma, il cui vero erede sembra Cataldi, ancora in attesa di esordio. Pioli ha sottolineato la carenza nell’ultimo passaggio e può darsi che abbia intenzione di recuperare Mauri nel blocco dei titolari. L inea. Un dato è certo e risale all’inizio dell’estate, quando Pioli è stato scelto dalla Lazio per le sue caratteristiche. Anche con il Bologna e con il Chievo, pur lottando per la salvezza, aveva messo la ricerca del gioco e la predisposizione a giocare un buon calcio al centro del suo lavoro. A Formello ha accettato la sfida, sapendo di poter gestire una qualità e un organico che non gli era mai capitato in carriera di allenare. Sintonia totale di pensiero con la società. Già alla fine di maggio, due settimane prima che venisse ingaggiato Pioli e quando stava cominciando lo strano balletto di Reja, a Sofia il ds Tare aveva anticipato le linee guida di un progetto che peraltro, con l’imminente lancio dell’Academy, dovrà coinvolgere il settore giovanile come un autentico marchio di fabbrica. Una nuova mentalità, calcio divertente, linea difensiva alta, 4-3-3 dalla prima squadra alla Cantera. Un modulo di riferimento da interpretare con equilibrio. Ecco la prossima sfida di Pioli.

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