Archivio
Pistocchi: «Keita diventi un professionista. Sul mercato consiglio Driussi»
Ieri sera c’è stata la cena di Natale della Lazio, un evento di svago al quale hanno partecipato la maggior parte dei tesserati, i dirigenti e lo staff biancoceleste. A fare scalpore c’è stata l’uscita anticipata di Keita, che ha gettato ulteriori ombre sul rapporto tra il senegalese e il club. Sull’argomento è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia il giornalista Mediaset, Maurizio Pistocchi. «Il calcio nasce dalla testa più che dai piedi. Il ragazzo non è così dentro la mentalità di un professionista. Le qualità le ha tutte. Ha forza, tecnica e corsa. Oggi è difficile per questi ragazzi milionari che girano in Lamborghini a 20 anni gestire la notorietà».
Quasi inevitabile il riferimento a Mario Balotelli (almeno a quello di qualche tempo fa, visto che ora a Nizza sembra rigare dritto): «Normale avere riferimenti nella società e nell’ambiente in cui lavorano. Balotelli non è stato un riferimento positivo. Hanno visto uno che ha qualità e che si è buttato via facendosi pagare milioni e milioni di euro. Pensano evidentemente che sia un modello da seguire. Difficile però con famiglie lontane o obnubilate dalla ricchezza spropositata trovare dei limiti».
Il giornalista romagnolo ha detto la sua anche sull’avvio di stagione della Lazio: «Mi piace questa squadra. Si vede che c’è del lavoro. Inzaghi sta facendo molto bene e il derby l’ha perso Wallace, non lui. La gara difficilmente si sarebbe sbloccata. I biancocelesti hanno i punti del Napoli e meglio di così era difficile pensarla». E sulle mosse di mercato a gennaio: «La differenza in questo mondo in cui girano meno soldi la fa la capacità di saper interpretare e vedere calciatori e allenatori prima degli altri. Nel ruolo di Keita ci sono prospetti fenomenali. A Tare mi permetto di segnalare Sebastián Driussi. Fenomenale, con la tecnica di Dybala».