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Premio Lazialità, presenti tanti ex biancocelesti. Giordano e Fiore: «La Lazio è una grande famiglia, orgogliosi di farne parte» – FOTO

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AGGIORNAMENTO DELLE 23.30 – La serata di conclude con la presenza sul palco dell’Aquila Olimpia.

 

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 23.10 – Sale sul palco Bernardo Corradi: «Sono arrivato alla Lazio l’ultimo giorno di mercato. Fui usato come merce di scambio con Crespo. L’impatto è stato fortissimo, la Lazio di Mancini. In quella rosa c’era un certo Stam, con lui si giocava molto, ma rischiavi grosso. Mancini era ancora molto calciatore all’epoca, poi avendo fatto parte della storia della Lazio con alcuni aveva un rapporto da compagno di squadra più che da allenatore come con Sinisa. Quella Lazio fu sinonimo di aggregazione, abbiamo avuto la fortuna di avere un personaggio importante come Ugo Longo, che per noi era un punto di riferimento».

 

 

AGGIORNAMENTO DELLE 23.00 – Ogni ospite è chiamato a dire la propria. Il turno successivo è di Bruno Giordano: «Forza Lazio! Per me Lazialità è stare a casa, una famiglia allargata la famiglia di milioni di persone». Poi Stefano Fiore: «Non potevo mancare, siamo tutti orgogliosi di aver fatto parte di questa società». Ecco le parole di Massimo Maestrelli, figlio del ‘Maestro’ Tommaso: «Ci sono dei giocatori che sono grandi uomini e per questo sono ricordati con affetto. Ogni giocatore presente stasera è stato un grande uomo». Infine Liverani: «Ho passato cinque anni stupendi, abbiamo gioito, faticato e sofferto ma tutto questo mi rende orgoglioso».

 

AGGIORNAMENTO DELLE 22.50 – Anche Marco Ballotta ha raccontato della squadra dello Scudetto del 2000: «Era un gruppo di fenomeni abbiamo vinto, lo scudetto, coppe Italia, la coppa delle coppe ma avevamo un enorme potenziale, secondo me qualcosa manca come la finale di coppa UEFA con l’Inter. Da Torino c’è stata la svolta, che ci ha permesso di vincere lo scudetto. Di belle parate ce ne sono tante, quella contro la Juventus è stata importante e ci ha permesso di vincere il campionato. Nella finale di Coppa Italia contro l’Inter siamo arrivati dopo quattro giorni dallo Scudetto, stavamo ancora festeggiando ma con quella squadra si poteva fare tutto. Nedved era uno che calciava con entrambi i piedi, Veron non sapevi mai dov’era ma era di una precisione estrema, era una squadra fantastica e tanti di loro sono diventati allenatori».

 

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 22.40 – L’ex laziale Gabriele Podarini, uno dei protagonisti della squadra dei -9, ha espresso il proprio pensiero: «La Lazio è il mio grande amore del calcio. Chinaglia? Fu grande, era un presidente tifoso, amava questa maglia, i tifosi e i suoi giocatori. Se dovessi passare a miglior vita ho già preparato la maglia del centenario. Eravamo amici, eravamo un gruppo unito, era una squadra. Quando Fascetti ci ha comunicato la sanzione dei nove punti ci ha detto ‘chi vuole rimanere rimanga, chi vuole andar via vada’, ci siamo guardati in faccia e li abbiamo capito che ce l’avremmo fatta». Anche Piscedda dice la sua su Fascetti: «Ci ha insegnato ad essere uomini». Infine la pazza storia di Galeazzi: «Ho rischiato il licenziamento. Sono corso dentro l’Olimpico, l’unico servizio della Rai sullo Scudetto della Lazio è stato questo, ho organizzato tutto al posto di quello del tennis».

 

AGGIORNAMENTO ORE 22.05 – Il microfono passa poi ad Angelo Tonello, ex dirigente biancoceleste: «Il record dello Stadio Olimpico si raggiunse nel famoso Lazio-Foggia con un pubblico di più di 78.000 paganti, quell’anno abbiamo battuto tutti gli incassi di tutte le squadre di Serie A».

 

 

AGGIORNAMENTO ORE 21:54 – Prende la parola Pino Wilson: «In quegli anni abbiamo avuto attestati di stima e di affetto, siamo ancora qui e questo ci riempie di di gioia e di orgoglio. L’affetto per questi colori è entusiasmante, il popolo laziale è veramente bella gente». Poi tocca a Oddi: «Vorrei parlare di chi non c’è più, tanti nostri compagni non hanno avuto la nostra stessa fortuna purtroppo. Noi eravamo una squadra particolare, ma tenevamo tantissimo a questi colori, eravamo felici perché questa maglia per noi era tutto, quando ci toccavano i nostri colori sapevamo come difenderli. Era un gruppo che rimarà sempre nella storia, perché erano uomini veri che davano tutto, litigavano anche è spesso, però era troppo bello. Ho passato forse più anni come allenatore, dirigente, ma i momenti più belli erano quelli in campo perché siamo riusciti a dare soddisfazioni ai tifosi, che prima di allora non le avevano mai avute. Sono orgoglioso di avere indossato questa maglia».


AGGIORNAMENTO DELLE ORE 21.25 –
Non è voluto mancare il Sindaco del Comune di Accumoli, Stefano Petrucci. Questo il suo commento: «Ricordo quel giorno, è stata una scossa tremenda che non finiva mai. Case completamente distrutte, quando è sorto il sole ci siamo resi conto dell’immensa tragedia. Con la seconda scossa, quella di Norcia, Accumoli è stata completamente rasa al suolo. Adesso ci sono circa 50 persone in paese, prevalentemente allevatori e da lì dobbiamo ripartire». La tifosa Suor Paola è ospite della serata, anche lei ha detto la sua: «Ho visto da vicino tutti i terremotati. All’inizio portavamo generi di prima necessità dopo ci siamo impegnati per ristrutturare la statua del Santo protettore di Accomuli».

AGGIONAMENTO DELLE ORE 21.05 – Ai microfoni dei cronisti presenti è intervenuto il giornalista Stefano Orsini: «Bellissimo vivere la lazialità, è un’essenza. Quello che ogni tifoso vorrebbe e che cerca un bambino».

Come ogni anno al Teatro Ghione di Roma va in scena il Premio Lazialità. A presentare la serata di ci sarà Guido De Angelis e l’intero incasso dell’evento andrà alla popolazione di Accumoli, paese del reatino colpito dal terremoto. Presenti alla serata Siviglia, Fiore, Giordano, Cristiano Sandri, Ballotta si aggiungono a Wilson, Oddi e Giordano. 

Dalla nostra inviata, Jessica Reatini

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