Archivio
PRIMAVERA – Bonatti: «Abbiamo analizzato la sconfitta con la Roma, ora siamo pronti per ripartire»
Il 2016 della Lazio si è chiuso con la brutta sconfitta con la Roma. A distanza di qualche settimana, il mister Andrea Bonatti, traccia il bilancio: «Nella prima parte di stagione abbiamo ottenuto buoni risultati, l’auspicio è di potersi migliorare. Ne abbiamo le possibilità: siamo un gruppo giovane e possiamo acquisire esperienza, facendo ancora meglio. Il mio Natale non è stato dei migliori. Sono orgoglioso e l’ultima partita ti resta dentro, specie per come l’abbiamo persa. L’abbiamo analizzata ieri, non si può far finta che non sia successo nulla. Abbiamo verificato quanto sia ampio il divario con la squadra più forte d’Italia per organico e qualità tecniche. L’opportunità è colmare questo gap attraverso il lavoro. I ragazzi me lo hanno già dimostrato con partecipazione e dedizione».
Inversione del trend: «È più semplice ripartire dopo un cinque a zero. C’è una selezione naturale perché se non si capisce quale atteggiamento assumere dopo una sconfitta del genere, allora c’è qualcosa che non va. La risposta del gruppo comunque è stata positiva: bisogna dare valore all’insegnamento di questa partita».
DIFFERENZA E PROGRAMMA – «Il divario si esprime a livello fisico, tecnico, organizzativo e di esperienza. Il risultato e gli errori che lo hanno permesso rappresentano la sintesi perfetta. Si possono fare tanti ipotesi, anche sul modo in cui sono arrivate le squadre all’appuntamento, ma il risultato è l’unica cosa oggettiva. E ho il compito di farlo presente alla squadra».
Amichevoli in programma: «Il 5 giochiamo contro una formazione di Serie D e il 10 con una Juniores Nazionale. Ci alleneremo anche venerdì che è festa, poi dopo il riposo di domenica inizierà la settimana tipo».
PASSATO E FUTURO – «Ho avuto modo di parlare con amici e addetti ai lavori. Per tutti il sacrificio ha permesso al gruppo di ottenere un buon bottino di punti. Sono un umile lavoratore e sono fiducioso affinché si possa migliorare. Abbiamo perso qualche punto per strada, con qualità ed esperienza possiamo fare ancora meglio. Il nostro obiettivo è chiudere a 27 punti e farne uno in più nel girone di ritorno. Conta solo il campo, c’è sempre un motivo alla base dei risultati. La Spal è a metà classifica ed è molto temibile. Dobbiamo riproporci con tutte le nostre armi per fare meglio».
Due partite più importanti: «La più coinvolgente dal punto di vista emotivo è quella in coppa col Napoli. C’è stata una partecipazione incredibile dei ragazzi. Sono andati davvero oltre, non arrendendosi mai. Ma credo che la svolta sia stata l’errore di Ceka dopo 30 secondi col Cesena. Da lì ho provato soluzioni diverse a livello tattico che si sono rivelate vincenti».
NUOVA LA VITA D’ALLENATORE – «Nelle difficoltà devi trovare delle soluzioni, se ti fermi al problema non vai da nessuna parte. Per il mio modo di vedere il calcio ho pensato che gli uomini migliori da adattare potessero essere quelli. Spizzichino, Miceli e Rezzi sono gli esempi lampanti. Alla base di tutto c’è il fatto che a quest’età il loro percorso di maturazione non può essere completo, è l’allenatore che deve incanalare le loro caratteristiche. Non ho inventato nulla di particolare, ho solo osservato le risorse a disposizione». Sul modulo: «Il 4-3-3 è una scelta condivisibile per una società, è la base per poter far bene. Ma è tutto dinamico, se prendi un sistema in svolgimento si creano tante varianti diverse. Conta soltanto la ricerca degli spazi».
Infine una chiosa sulla vita privata: «La mia vita è molto triste. Se ho visitato Roma? Non è il momento: sono proiettato a ottimizzare il lavoro con passione e interesse. Faccio questo mestiere e sono fortunato a fare ciò che mi piace. Nel tempo libero guardo partite con voglia di migliorarmi, specie il calcio italiano che è più evoluto tatticamente. Ma osservo anche il calcio estero e le categorie inferiori. In futuro non si sa mai».