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PRIMAVERA – Bonatti: «Ripartiamo con spirito combattivo»
Non è stato un weekend positivo, neanche per la Lazio Primavera, uscita sconfitta dal match contro il Latina. Prima di scendere in campo a Formello per la seduta di allenamento, mister Bonatti è tornato a parlare del momento dei suoi ragazzi ai microfoni Lazio Style Radio 89.3: «Non è una domenica da dimenticare, ma da ricordare bene. Solo così si può trarre spunto dagli errori commessi per non ripeterli. Da un punto di vista dell’emozione e dell’entusiasmo sono due sconfitte che vanno contestualizzate. Arrivano dopo una serie di risultati positivi e prestazioni confortanti, per questo l’entusiasmo non va disperso. Se mancano umiltà e vogli di sacrificarsi, si va in difficoltà anche contro squadre dal tesso tecnico e organizzativo inferiore. Bisogna avere attenzione e capacità di soffrire».
SCELTE DI FORMAZIONE E GOL SUBITI – Nell’undici titolare mancavano Rossi (squalificato), Dovidio e Folorunsho: «Se ho schierato questa formazione credevo fosse possibile. Questa è la categoria delle opportunità. Tra un calciatore abituato a giocare ma, dopo due straordinari successi, stanco fisicamente o a livello psicologico e uno integrato nel gruppo che si allena bene e ha maggiori motivazioni, opto per la seconda scelta. Domenica ho schierato sette ’99. Contro una squadra più esperta come il Latina abbiamo giocato un buon calcio per 55 minuti con ottime trame di gioco. L’amarezza è per come abbiamo subito i due gol». La Lazio ha preso infatti due reti da una situazione di contropiede dopo un calcio piazzato a favore: «È praticamente inaccettabile, stiamo crescendo ma non possono mancare determinati requisiti. Nel compito di un allenatore rientra quello di trovare le parole giuste per migliorare una situazione che non posso però provare in allenamento. Sono circostante talmente lampanti: non si può subire un contropiede per non spazzare via il pallone. Sono il primo a voler giocare la palla per dominare il gioco ed essere in controllo, ma solo quando puoi. Altrimenti perdi l’attenzione in alcuni frangenti dello sviluppo dell’azione. Il mio compito è insegnare la gestione del possesso, però se aggredito da cinque giocatori bisogna buttarla fuori».
HELLAS VERONA E AL HASSAN – «Dobbiamo ripartire con uno spirito combattivo, vogliosi di conquistare i punti persi. I numeri non mentono mai. Sulla carta non era una formazione così accreditata, ma conta il campo. Ha conquistato otto vittorie e due pareggi. Ha giocatori adattati al sistema di gioco, un buonissimo collettivo con ottime individualità e grande aggressività. Mi aspetto una sfida molto agonistica in cui dovremo attuare strategie di gioco in funzione delle nostre caratteristiche per limitare miglior attacco del campionato. L’attenzione la farà da padrone». Poi sulla reazione a un errore: «Dipende da tanti fattori, come il percorso di avvicinamento ad un dato evento. Se un ragazzo dimostra concentrazione e attaccamento, quello è il punto. Il problema non è l’errore che può capitare a tutti, ma il suo superamento psicologico. Conta la tranquillità con cui si affrontano gli allenamenti successivi. Poi nelle scelte valuto sempre con coerenza e secondo un principio meritocratico. Prendo il caso di Ceka a Cesena. Bisogna avere l’autostima per riprovare una giocata e non a caso con la Fiorentina, subito dopo, fece una delle sue migliori partite stagionali». Infine su Al Hassan: «Da solo non deve fare nulla. Deve saper giocare sia come riferimento che attaccante in grado di attaccare gli spazi. Ci stiamo lavorando, ha potenzialità talmente elevate da non doversi accontentare. Può crescere ancora tantissimo».