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Radu: «Il record di presenze un orgoglio. Non lo avrei mai immaginato»
Stefan Radu si racconta: dal record di presenze con la maglia della Lazio agli obiettivi da qui alla fine della stagione. Le parole
Dopo aver siglato il record di presenze della storia della Lazio – ben 402 – Stefan Radu si racconta. Ai microfoni di Lazio Style Channel e in diretta Facebook, il difensore parla così.
RECORD PRESENZE – «Ho sempre detto che è un motivo di orgoglio quello che ho ottenuto. Non avrei mai immaginato di giocare e raggiungere questo traguardo fino a superare Beppe Favalli».
CAPITANO – «In quel momento il mister aveva deciso di darmi la fascia ma non mi sentivo di fare il capitano e ho lasciato la fascia a Senad. Penso che lui sia una persona che merita questa fascia».
ARRIVO ALLA LAZIO – «Ero un ragazzino spaventato, ero da solo qua. I compagni mi hanno accolto molto bene e piano piano sono diventato uno di famiglia».
PRIMA GARA – «A Firenze. Abbiamo esordito con una bella vittoria, è stato un esordio importante per il futuro. Vincere la prima partita dopo 3 giorni ti dà una scarica e una spinta per il futuro».
AIUTO – «So che per i tifosi laziali ci saranno i brividi, ma Pandev e Kolarov. Mi hanno insegnato tanto, anche loro erano all’inizio e mi hanno fatto inserire velocemente».
NAZIONALE – «La Lazio è la mia Nazionale. Purtroppo per motivi di salute ho deciso di puntare tutto sulla mia squadra, non mi pento di questo. Penso che sia stata la decisione giusta».
TIFOSI – «Quando urlano il mio nome è un’emozione. Lo scorso anno l’Olimpico era quasi pieno ogni volta che giocavamo in casa, mi rimangono gli ultimi ricordi. Sono brividi, quando giochi in casa sai che è uno stadio molto accogliente».
PRIMI TROFEI – «Ho ricordi bellissimi, anche se non ho giocato. Sapete che un trofeo lo vincono tutti, anche quelli in panchina. Ho gioito come se avessi giocato».
RUOLO – «Mi trovo molto bene in difesa come centrale, nasco lì. Sono stato per tanto tempo spostato a sinistra, come terzino. Ma il centrale è il mio ruolo, con cui ho iniziato a giocare. Preferisco così».
PREGHIERA A CATANIA DOPO LA MORTE DEL PADRE – «È stato un momento delicato, sono passati già dieci anni da quel momento. Sono stati momenti particolari per me, quando ho perso mio papà è stato bruttissimo. Non mi nascondo, ho anche pensato di smettere. È stato uno shock».
GOL DALLA DISTANZA – «Quando arrivo dalla difesa all’attacco, purtroppo per tante volte sei molto stanco e non hai la forza di tirare. Sono passati anche gli anni, la forza non è quella di qualche tempo fa».
26 MAGGIO 2013 – «Lo racconteremo per tutta la vita, anche ora quando incontro Senad e parliamo tra di noi. Diciamo ‘ti rendi contro che se ne parlerà per tutta la vita? Che siamo nella storia di questa squadra?’. La coppa aveva un peso che non avevano immaginato. Con il passare del tempo, ce ne accorgiamo, è qualcosa di straordinario. Non mi ricordo nulla di quella settimana a Norcia, eravamo stressati e impauriti. È stata a livello mentale una cosa pazzesca, sapevamo quello che significava per i tifosi. Meno male che l’abbiamo vinta».
FINALE CON PIOLI – «È stata una bellissima finale. Praticamente siamo andati in vantaggio, giocammo bene. Sull’1-1 abbiamo avuto un doppio palo, ancora non capiamo come quella palla non sia entrata dentro. Siamo rimasti un po’ male non sia arrivata quella coppa».
SUPERCOPPA X 2 E COPPA ITALIA – «Le finali sono fatte per essere vinte. Ci sono state anche parecchie finali che abbiamo perso. Non eravamo favoriti in queste gare, entrando con tanta umiltà e unità, siamo stati capaci di ribaltare i pronostici. Penso che la Lazio abbia dimostrato di essere una grandissima squadra».
POSSIBILE ADDIO ALLA LAZIO – «Sì, ve lo può confermare il mio procuratore. Avevamo parlato, volevo rimanere. Non me la sentivo di andar via in quel momento, sono orgoglioso di aver preso quella scelta, di esser rimasto».
RAPPORTO – «Con i compagni mi sono sempre trovato bene, non so se ho dato fastidio a qualcuno. Sono stato un uomo spogliatoio, sempre per il bene della squadra».
RECORD – «Non puntavo il record, sapevo che Beppe Favalli fosse a 400 partite, ma non mi sono detto di doverlo superare. Ho pensato partita dopo partita. Nel calcio non bisogna pensare di battere record, è completamente diverso dalla normalità».
GOL A RADU – «È stato strano. Avendo Radu davanti, mi sono caricato di tirare e far gol».
ZENGA E SAMPDORIA – «Ho ancora un bel rapporto con Walter, ma tutti sanno che rapporto ho con la Lazio, e quanto ci tengo. Difficile che mi sposto».
FIGLI PIANGONO QUANDO LASCIANO ROMA – «Sì, è vero. Sono nati qui, la loro casa è questa. Nel nostro lavoro si devono adeguare dappertutto. Dovevo tornare sempre a casa con un pensiero per loro. Un giorno ho trovato il duty free chiuso, si sono arrabbiati, hanno pianto tutto il giorno. Adesso sono cresciuti, è tutto cambiato. Capiscono i valori della vita, tutta un’altra cosa rispetto ai giochini».
FUTURO – «Vivo il momento. Ho ancora voglia di giocare, non mi sto immaginando ancora il futuro. Ancora ce la faccio a giocare, penso solo a questo, ad allenarmi bene».