Editoriale
Radu e la Lazio: un amore che ne ha viste tante e le ha superate tutte…
Radu e la Lazio: una storia d’amore che non poteva finire e non è finita
Radu e la Lazio, un rapporto solido e di amore reciproco lungo 11 anni. Tante se ne sono dette, tante se ne sono scritte, tutto per giustificare un amore che stava per interrompersi, ma che continuerà. E’ arrivato in ritiro e l’ha fatto come sempre in maniera spontanea. Non ha trattenuto l’emozione, non è rimasto indifferente ai cori dei tifosi, non ha resistito al richiamo dei suoi compagni di squadra ed è andato subito a salutarli.
Stefan ha sempre messo la Lazio al primo posto e a differenza di tanti, non lo ha mai fatto a parole. Per indole è uno che preferisce i fatti alle “chiacchiere” e l’ultimo periodo ne è la dimostrazione. Hanno sparlato di lui dicendo di tutte i colori, eppure è rimasto in silenzio aspettando che l’ordine naturale delle cose fosse ristabilito. Nell’estate del 2015 quando rischiava di essere ceduto, è stato disposto a rinunciare alla fascia per il bene dello spogliatoio. Non l’ha mai pretesa, non ha mai avuto bisogno di un pezzo di stoffa per sentirsi un leader. Quell’anno Candreva e Biglia si contesero lo scettro di capitano, desiderosi di sentirsi trainanti per il resto dei compagni. Risultato? Entrambi di lì a poco preferirono altre sfide, mentre Radu ha iniziato la 12esima stagione in biancoceleste. Si è chiuso in se stesso, non ha parlato con nessuno. Quando l’idea di lasciare la Lazio si stava trasformando in certezza, c’è stata la svolta. Stefan non c’è riuscito. Avrebbe continuato la sua carriera in Italia, ma mai sarebbe riuscito a giocare contro i colori che ama, contro la gente che lo considera uno di famiglia. Contro quella maglia che si è cucito addosso nel 2008 e che probabilmente sarà l’ultima.
Lo straniero con più presenze in assoluto. Il quarto di tutti i tempi. Ha vinto tutti e cinque i trofei dell’era Lotito. Per la Lazio ha rinunciato alla Nazionale romena, di cui oggi sarebbe uno tra i più presenti di sempre. Non tira mai indietro la gamba. Ha rinunciato qualche anno fa a degli stipendi più ricchi. Scende in campo come se fosse un ultras, mostra gli artigli nei derby, litiga con amici di sempre per la Lazio. Nel 2019 è raro se non unico, trovare un calciatore che si definisca tifoso anziché professionista. Ha sbagliato, l’ha ammesso. Ci ha sofferto, ma ora può finalmente gioire, esultare, sorridere, giocare. Può continuare a fare quello che ama. Difendere come un guerriero il popolo che lo ha incoronato imperatore. Tutte le parti in causa hanno fatto un passo indietro per l’orgoglio e uno in avanti per il bene della Lazio. E alla fine ha vinto ancora lei.
2008 – 20??
STEFAN RADU & la LAZIO: ha prevalso il sentimento che a questo mondo sembra oramai essere sconosciuto: L’AMORE!
Luca Palmieri