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Rambaudi e D’Amico su Anderson: «E’ una promessa incompiuta, la cessione può far bene a tutti»
Due storici ex giocatori biancocelesti – Roberto Rambaudi e Vincenzo D’Amico – si sono espressi sulle voci che vorrebbero Felipe Anderson vicino all’addio ed al trasferimento al West Ham
Cessione Felipe, affare o autogol? Se lo stanno domandando in tanti in casa Lazio. Quando sembrerebbe ormai vicino il trasferimento del brasiliano al West Ham, l’ambiente biancoceleste è spaccato sulla questione: se c’è una parte che – folgorato dal suo talento e dalla sua classe – lo vorrebbe tenere, l’altra parte lo cederebbe volentieri a causa del suo rendimento a dir poco altalenante. La Gazzetta dello Sport ha deciso di far intervenire sull’argomento due ex storici giocatori della Lazio, Roberto Rambaudi e Vincenzo D’Amico. Ecco le parole del primo: «Felipe ha dimostrato di poter essere decisivo, di saper risolvere le partite, ma di poterlo fare per un numero limitato di gare durante l’anno. Dispiace perché appare una promessa incompiuta, un talento mai esploso definitivamente. E’ sbattuto contro i propri limiti, caratteriali prima ancora che tecnici. Se dovesse andar via è perchè evidentemente per Inzaghi il giocatore è sacrificabile. La cessione può far bene a tutti. Può essere più funzionale un giocatore alla Eder dell’Inter. Serve qualcuno che non vada a occupare gli spazi di Immobile, ma che abbia un raggio d’azione pochi metri dietro Ciro».
D’AMICO – Poi, sono arrivare le parole del secondo: «Anderson e Milinkovic? Vederli entrambi, considerato pure l’addio di de Vrij, sarebbe grave, anche perché la Lazio non ha bisogno di soldi. Il contratto di Felipe non è in scadenza, quindi la società non ha motivo di svenderlo. Se dovesse partire vorrebbe dire incassare il più possibile rispetto al suo valore. Tutti si sono sempre aspettati molto da lui, quel tipo di responsabilità l’ho avuta anche io e non è facile gestirla. Per questo forse Felipe ha bisogno di andarsene per trovare nuovi stimoli».