2013

Razzismo sì, razzismo no: dimentichiamo che a rimetterci è solo la Lazio!

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Torna finalmente il sorriso in casa Lazio dopo il clamoroso – per come è arrivato – pareggio in terra turca contro il Trabzonspor. Un 3-3 che ha evidenziato ancora una volta i limiti difensivi di una squadra che però nella ripresa, sotto di due reti, ha avuto il carattere e la bravura di ribaltare tutto. Neanche il tempo di “festeggiare”, se così si può dire, che dalla UEFA arriva l’ennesima stangata: Lazio-Apollon Limassol, in programma il prossimo 7 novembre, si giocherà a porte chiuse a causa a di cori razzisti, striscioni ”inappropriati”, uso di materiali pirotecnici e nel corso del match contro il Legia Varsavia del 19 settembre. A tutto questo, si aggiunge anche un “calcio d’inizio della ripresa ritardato”, caso in cui Petkovic è stato “ammonito”. L’avvocato Gentile, intanto, ha già fatto sapere di voler fare ricorso.

Ma è accanimento? La UEFA ha preso di mira la Lazio? Recente è stata la doppia squalifica della scorsa stagione, quando i biancocelesti furono costretti a giocare ottavi e quarti di finale di Europa League, rispettivamente contro Stoccarda e Fenerbahce, a porte chiuse, per la medesima motivazione. Tutto avvenì dopo una serie di avvertimenti, poi la stangata arrivò e diciamolo, compromise il passaggio in semifinale. Giocare in uno stadio vuoto non è mai cosa bella, anzi. Forse non c’è cosa peggiore per un calciatore, che vive per regalare gioie al proprio pubblico, che si esalta insieme alla folla, che senza la gente, diventa poca cosa. Diventa poca cosa soprattutto il calcio in generale. Finisce la magia.

Stangata 2. Lazio-Apollon a porte chiuse. Ma la colpa, dicevamo, di chi è? E’ della UEFA che forse ha preso un po’ troppo di mira la Lazio (contiamo infatti nessun giocatore del Legia di colore) o di una parte del pubblico che invece si ostina a commettere questo errore? La risposta non sta a noi darla, ma la cosa certa è che a rimetterci è solo la Lazio. Solo la Lazio. Non importa chi ha sbagliato. La nostra Lazio è stata ancora una volta penalizzata. Probabilmente, anzi sicuramente, tutti gli occhi sono rivolti a noi. Evitiamo provocazioni. Non diamogli corda. Anche e sopratutto se non è stata colpa nostra. Non cercano altro. Ormai lo abbiamo capito. Svegliamoci. Come ha fatto la Lazio a Trebisonda.

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