Rodia (medico della Lazio): «La fase iniziale del ritiro è la più critica. Ecco perché»
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Rodia (medico della Lazio): «La fase iniziale del ritiro è la più critica. Ecco perché»

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Rodia (medico della Lazio): «La fase iniziale del ritiro è la più critica. Ecco perché». Le parole del medico della società

Ha parlato ai microfoni di Lazio Style Radio il medico sociale della Lazio Fabio Rodia che ha fatto un punto su questa prima fase di ritiro. Queste le sue parole:

PAROLE– «Sta procedendo molto bene, non abbiamo avuto chissà quali problematiche eccetto qualche caso sporadico, ma anche in virtù di questo clima è più che normale. La fase iniziale del ritiro è la più critica così come l’ultima che è quella in cui i giocatori possono patire l’accumulo dei carichi di lavoro »

CHAMPIONS– «Dovremo considerare degli allenamenti più ravvicinati e in altri casi invece nemmeno ci sarà questa opportunità. Dovremo programmare bene i piani di recupero e sperare che la rosa sia sempre al completo »

LAZIO LAB– «Abbiamo fatto degli investimenti per poter ottenere dei numeri e dei dati per farci capire eventuali criticità in arrivo »

IMMOBILE– «Il suo problema stato quello di non avere continuità di allenamenti. Le lesioni infatti sono state sempre in punti diversi e non ha mai avuto troppo tempo per recuperare. Dopo gli infortuni sono importanti sono necessari sia i tempi di recupero sia il ritorno agli allenamenti »

RISCHIO INFORTUNI– «Diciamo che in un ritiro di 17 giorni come Auronzo in cui per diverse giornate si fanno doppi allenamenti le fasi più critiche sono quelle iniziali e finali. I calciatori prima di arrivare si allenano, ma in palestra e da soli è diverso rispetto allo stare sul campo. Poi è critica la parte finale perché i giocatori si affaticano, sta a noi medici e al gruppo dei preparatori graduare i carichi di lavoro adatti per permettere un aumento di forza e ossigenazione delle masse muscolari »

INFORTUNI– «Il problema è che magari i nostri giocatori prendono le amichevoli con il senso giusto, poi giochi con i dilettanti o comunque con squadre non di alta categoria che sfruttano l’occasione per mettersi in mostra e danno un intento alla gara diverso. Ecco perché può essere meno pericoloso fare amichevoli con squadre dello stesso livello. Timore comunque non c’è, ma consapevolezza che alcune squadre possono entrare in campo con determinazioni diverse. Servirebbe lo spirito giusto da parte di tutti: divertirsi e riprendere la forma. L’intento non dovrebbe essere quello di vincere e dimostrare superiorità rispetto agli avversari »

DIETA– «Diciamo che i calciatori provengono anche da nazioni e continenti diversi, nascono con abitudini alimentari differenziate. Ci sono i nutrizionisti, qualcun che li consiglia. La nostra difficoltà è giungere a una sintesi tra le loro abitudini e le nostre necessità. Per salutarci, sottolineo l’importante lavoro dello staff medico con il dottor Colautti e dei fisioterapisti, che si trovano tutto il giorno a lavorare su atleti con carichi di lavoro estremamente importanti in quantità e qualità ».

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