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Romulo INNAMORATO della Lazio: «Mi mancate! Vi dico cosa voglio fare»

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Romulo INNAMORATO della Lazio: «Mi mancate! Vi dico cosa voglio fare». Le parole dell’ex calciatore biancoceleste

Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Romulo ha parlato della Lazio, sua ex squadra. Queste le sue parole:

PAROLE – «Mi mancate tantissimo. Mi manca la città, mi manca la Lazio, Formello e i ragazzi. L’atmosfera dell’Olimpico che non dimenticherà mai. È difficile da spiegare. La Lazio mi è rimasta dentro, è una cosa inspiegabile. Quando arrivi nella città e indossi quella maglia all’Olimpico, davanti a quella tifoseria caldissima è una cosa difficile da spiegare anche per chi parla l’italiano benissimo. È difficile spiegare cosa ho provato. Sono rimasto poco, ma quei cinque mesi sono bastati per diventare un tifoso laziale. Sono dei momenti bellissimi. Quando arrivai alla Fiorentina c’era Mihajlovic e la Fiorentina per me è stata bella perché mi ha aperto le porte in Italia, anche Verona perché sono riuscito a ottenere la convocazione in nazionale, ma la Lazio è inspiegabile. Non lo dico solo perché abbiamo vinto la Coppa Italia, ma per quello che ho vissuto anche a Formello, per il figlio di Lotito, per Milinkovic che è un carissimo amico. Immobile pure e Luis Alberto. Zaccagni l’ho incrociato a Verona, è un bravissimo ragazzo. Una persona per bene, sono felice per lui. La Lazio è qualcosa di unico al mondo.

Coppa Italia, se ho il rimorso di non aver giocato la finale? C’è la gioia per la vittoria del trofeo, però quando abbracciai Inzaghi gli dissi subito ‘Porca miseria non mi hai fatto giocare la finale’. Ero felice per il trofeo, un po’ meno perché non ho giocato. Mi è dispiaciuto non giocarla e un’altra cosa che mi è dispiaciuta è stata non giocare nel derby contro l’altra squadra.

Se immagino un ruolo alla Lazio? Potrei essere un occhio importante sui brasiliani, ho ricevuto un invito da parte di Ronaldo ‘Il Fenomeno’ quando ha comprato il Cruzeiro. Mi ha invitato per fare il coordinatore tecnico per prima squadra e Primavera, ma volevo giocare un po’ di più e poi ho iniziato il corso da allenatore. Mi vedo più sul campo che come osservatore. Il problema della Lazio è questo: tutti i top club del mondo arrivano qui in Brasile e prendono giocatori giovanissimi e fortissimi, perché la Lazio possa essere competitiva deve arrivare prima per prenderli non a 80milioni ma a 20mila. Devi avere un osservatore qui in Brasile che conosca bene l’ambienti qui e che indichi i giocatori forti, così spende meno.

Nel giorno in cui ho ricevuto la chiamata che la Lazio mi voleva, è stato il momento più bello. Il giorno più felice. Riguardo i tifosi, tutti i giorni sono belli. Mi scrivono ogni giorno, è bello che io sia rimasto nel loro cuore.

Gioco ancora con l’Athletic, sto benissimo fisicamente. La squadra va bene, siamo primi in classifica. Chiudere la carriera alla Lazio sarebbe la cosa più bella al mondo. Fare gli ultimi sei mesi della mia carriera nella Capitale è un sogno. Ho deciso di smettere in questa stagione, poi chiudo.

Che futuro vedo per la Lazio? Dobbiamo riconoscere a Lotito che è molto bravo a prendere giocatori sconosciuti, farli crescere e poi diventano fenomeni. È difficile vedere in questi giorni che i giocatori rimangono tanto tempo nella stessa squadra, sia Immobile, Patric, Milinkovic, Luis Alberta, Lulic, Mauri. Credo che il pensiero di Lotito sia quello di fare lo stesso con i giovani come Zaccagni, Rovella che ho avuto al Genoa e è un fenomeno. Credo sia questa la sua idea. Lo ha sempre fatto, spero lo faccia con più maestria ancora con questi ragazzi.

Ho l’aquila sul petto e quando verrò a Roma voglio venire a vedere la partita ma non in tribuna, in Curva in mezzo ai tifosi. La prima squadra della Capitale non si dimentica mai».

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