Settore giovanile
Rossi: «E’ il momento di diventare grande. A Bonatti dovrei fare una statua». E sul futuro…
Al termine della brutta sconfitta contro la Roma, le parole del capitano della Lazio Alessandro Rossi
L’ultima partita di Alessandro Rossi con la Primavera. Non si è conclusa nel migliore dei modi l’avventura dell’attaccante della Lazio di mister Bonatti. Al termine del match contro la Roma, terminato con la sconfitta per 5 reti a 0 dei biancocelesti, queste le parole del capitano delle baby Aquile, quasi in lacrime, ai microfoni di Lazio Style Radio:
«Chiudere così è brutto. Adesso dobbiamo smettere di pensare a questa gara e ripartire. Ci dicevamo tra di noi di affrontare la partita con tranquillità, ci è mancata un po’ di esperienza e trovarci in 10 dopo alcuni minuti non ci ha aiutato. Spero che questa sconfitta ci aiuti a crescere, spero che nel prossimo anno il gruppo riesca a migliorarsi assieme al mister e ad uno staff fantastico. Chi sarà il capitano? Dipende da chi rimarrà. Non so a chi andrà la fascia. La Primavera mi lascia tanti ricordi, tante gioie e sarà difficile lasciarla. Mi dispiace molto ma è il momento di diventare grande. Sul post pubblicato da Manoni su Instagram? Sicuramente con 11 Manoni non avremmo mai perso. Non ho visto la foto ma lo ringrazio di cuore. E’ come mio fratello e lo porto sempre nel cuore, come tutte le gioie che mi ha dato quest’avventura in Primavera. Non ci aiutato aver preso la squadra migliore d’Italia. A Bonatti dovrei fare una statua: ci ha insegnato a giocare e a diventare uomini. I risultati sono importanti ma, vedendo il percorso di crescita di ogni singolo giocatore, c’è solo da essere contenti. Quest’anno è stato comunque molto positivo. A Bonatti sarò grato per tutta la vita: con noi si è comportato come un fratello maggiore. Si merita di andare ad allenare nel calcio dei grandi ma anche rimanere nella Primavera della Lazio sarebbe importante per lui: questo club è una vetrina importante. Futuro? Spero che Simone mi vorrà con la squadra ad Auronzo. Speriamo che qualcuno mi voglia…»