Archivio

Rossi, la madre sull’esordio: «Il cuore mi batteva, quanti sacrifici ha fatto mio figlio per la Lazio…»

Pubblicato

su

Al termine del match contro il Crotone, Alessandro Rossi ha dedicato l’esordio in prima squadra alla madre: «Perchè c’è sempre stata», parlava così il giovane attaccante. Per sapere le sensazioni di quel momento, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, è intervenuta proprio lei, Angela, mamma del classe ‘97: «Ho vissuto quel momento con mia figlia, c’era molta emozione. Il cuore ha cominciato ad andare a duemila, ci siamo tenute per mano. Abbiamo trattenuto il respiro, se così vogliamo dire. Elena è la sorella gemella di Alessandro, anche lei giocava a calcio. Siamo una famiglia di sportivi: il nonno era un cestista di Serie A. Prima ancora aveva fatto il portiere. Anche io ho giocato in B a Viterbo. La passione per lo sport è rimasto nel DNA della famiglia. Ale ha iniziato con il basket, poi il rugby, solamente tardino, verso i 10 anni, si è avvicinato al calcio. Per lui avrei preferito il basket, perché è uno sport che mi piace moltissimo. Quando Alessandro è stato chiamato per fare il provino con la Lazio aveva due proposte importanti anche per la pallacanestro. Io gli ho detto di scegliere come voleva, e ha scelto il calcio».

TANTE FATICHE – «Ora si vede solo l’esordio ma Alessandro ha avuto anche degli infortuni, delle operazioni importanti, non è stato un tragitto facile. Ha lottato davvero tanto, questo l’ha reso più forte, gli ha dato un obiettivo da perseguire. E’ uno che non si risparmia, forse gli infortuni sono voluti proprio a questa sua voglia di spaccare il mondo. Due anni fa è stato operato alla spalla destra, a giugno a quella alla sinistra: si è fatto le spalle (ride, ndr). Abbiamo preferito operare perché ci era stato consigliato così in vista della carriera futura. Io mi sono trovata sola a sostenere Alessandro, ma è stato un sacrificio che ho fatto con gioia e dedizione. Avendo giocato so quanto è importante lo sport, tutto quello che insegna. Quando giocava con gli Allievi e ci lasciavano accedere al campo, entravo a vederlo con passione. Anche se ci ho messo un po’ a capire le regole del calcio (ride, ndr). Alessandro non ha paura dei contatti fisici, e forse questo gliel’ha trasmesso il rugby. L’abilità nella fase aerea, invece, viene dal basket. Aver fatto altri sport gli ha permesso di avere un bagaglio ampio».

GIOIA POSTGARA – «Dopo la partita era euforico, come lo eravamo anche noi. Ci chiedevamo se l’avevamo sognato, abbiamo assaporato insieme questa gioia. E’ venuta davvero dopo tanti sacrifici. Abbiamo brindato, c’erano alcuni amici di Ale qui. Abbiamo rivisto il momento dell’entrata in campo, ma ancora non ci sembra vero. Guardiamo ancora le foto. La maglia la vuole incorniciare, abbiamo anche fatto un collage con gli articoli di giornale».

UN PUNTO DI PARTENZA – «Ale è un ragazzo molto affettuoso, ma anche permaloso, un po’ caotico. Forse è fin troppo buono. Di sicuro molto generoso, soprattutto con gli amici. Ha un carattere solare. Un segreto di Alessandro? E’ così aperto che è difficile rispondere. Quando va in trasferta oppure prima della partita è talmente concentrato che non risponde nemmeno al telefono. Futuro? Io penso che adesso iniziano le cose serie, questo deve essere un punto di partenza non un traguardo. Se il suo obiettivo è quello di diventare un giocatore importante, ora deve impegnarsi ancor di più. Lavorare al 200%. Inzaghi lo conosce da quando è piccolo, ora deve continuare a lavorare con ancora più intensità e determinazione. Deve essere umile, cercare di imparare sempre di più».

PRIMAVERA E PRIMA SQUADRA – «Alessandro ha una grande stima di Bonatti, se ha segnato tanto è anche perché il mister ha saputo costruire una squadra valida, con degli schemi che esaltano le sue qualità. Questa esperienza l’ha fatto crescere tanto. Sicuramente allenarsi con i grandi lo aiuta molto. E’ capitano della Primavera e sente questa responsabilità, il gruppo è molto coeso. Per la sua crescita ha bisogno di confrontarsi con i migliori, anche solo un allenamento con la prima squadra è molto formativo. Quello che gli auguro è di crescere ancora, poi la società saprà decidere del suo bene».

Exit mobile version