Salas ricorda la Supercoppa vinta nel '98: "Fu una grande partita di una Lazio fortissima" - Lazio News 24
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2013

Salas ricorda la Supercoppa vinta nel ’98: “Fu una grande partita di una Lazio fortissima”

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Marcelo Salas, ex attaccante biancoceleste che a Roma ha sicuramente lasciato il segno, torna a parlare della Lazio. A pochi giorni dalla Supercoppa contro la Juventus, l’attaccante cileno ritorna sul trofeo vinto proprio contro i bianconeri il 29 agosto 1998, con una rete di Conceicao allo scadere. Intervistato da Il Messaggero, ha risposto così alle domande:

Ci ricordi quella magica notte?  “Giocammo una grande partita, contro la Juve di Peruzzi, Zidane, Del Piero, Inzaghi. Il vantaggio di Nedved, il pari su rigore inesistente di Del Piero, la rete del successo firmato da Conceicao a tempo scaduto. Vittoria meritata, più netta del punteggio, però i bianconeri protestarono per l’espulsione di Inzaghi e disertarono la cerimonia di premiazione… Era una Lazio di campioni, che poteva battere qualsiasi avversario. Ero appena arrivato, è stato il mio primo trofeo, quindi ha avuto un sapore particolare“.

Cosa ha rappresentato la Lazio nella sua carriera?  “Ha caratterizzato i miei anni più belli e vincenti, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con alcuni dei migliori calciatori al mondo. Un’esperienza intensa e indimenticabile, anche se breve“.

Quali sono stati i gol ai quali è rimasto più legato?  “Due in particolare. Quello decisivo realizzato a Monaco, contro il Manchester nella Supercopap europea, entrando dalla panchina. E quello, sempre determinante, segnato in casa della Juventus, dopo un pallonetto si Iuliano, sempre nel 1998″.

Il trasferimento a Torino non fu visto bene dalla tifoseria.  “Non si trattò di una mia scelta. Le due stagioni juventine, seppur importanti, non possono essere paragonate a quelle laziali. Per non parlare della rottura del crociato che ha condizionato la mia carriera. A Roma venni accolto come un re, l’affetto e il calore della gente erano straordinari, belli, coinvolgenti. Non come a Torino. E poi…”

A cosa si riferisce?  “Allo scudetto, che consentì a noi calciatori di entrare nella storia di questo club. Quando arrivai, la Lazio era già forte, ma poi vennero acquistati altri campioni e la squadra divenne tra le migliori al mondo. Ho conquistato uno scudetto anche con la Juve, ma le emozioni non sono state le stesse“.

Quindi il suo cuore è sempre biancoceleste?  “Il mio e quello di mia moglie e delle due figlie. Guardiamo sempre in televisione la Lazio, ci teniamo informati, siamo tifosi. Qualche mese fa le ho portate a Formello, hanno visto l’allenamento della squadra. Ho potuto salutare solo Manzini, mi aspettavo un’accoglienza più calorosa…”

Quindici anni dopo, domenica prossima, ci sarà la rivincita.   “Per la Lazio sarà quasi un derby, anche se non come quello di Coppa Italia. Ricordo le sfide contro la Juventus, erano sempre molto accese, polemiche, sentite e quindi più belle da vincere“.

La Juve è reduce da un precampionato molto deludente.  “Guai a sottovalutarla. Sarà concentrata e determinata, forse più di altre volte, perciò meglio non fidarsi accantonando l’entusiasmo per l’indimenticabile giornata del 26 maggio“.

Le piace questa Lazio che sta nascendo?   “Ormai ha una struttura di gioco collaudata e di valore ed è abituata a gestire le pressioni dei momenti caldi“.

La Snai, nonostante si giochi all’Olimpico, vede nettamente favorita la squadra bianconera: 1,50 contro 2,25.  “Anche nel 1998 eravamo sfavoriti… La Lazio sfrutterà il fattore campo e vincerà ancora la Supercoppa“.

Cosa fa adesso nella vita?  “Sono presidente del Temuco, la cittadina dove sono nato. Ho attrezzato una formazione per salire in Serie A, investendo tanti soldi. Ma era più bello fare il Matador“.

 

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