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Sarri-Baroni alla lente d’ingrandimento: due Lazio a confronto

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Una Lazio che sta sorprendendo tutti, che ha spiazzato tutti gli esperti che vedevano nel club biancoceleste una squadra da rifondare, in cerca di una propria identità e che avrebbe attraversato un anno di adattamento e trasformazione dopo la deludente stagione dello scorso anno. Questa è la Lazio di Marco Baroni, arrivato nel luglio scorso per aprire un nuovo ciclo, sostituendo Igor Tudor che aveva preso, a sua volta il posto di Maurizio Sarri. Per Baroni a inizio torneo c’era una certa incertezza sul valore della sua Lazio e sulla sua capacità di confermare perfino una qualificazione in Europa. Ora dopo la prima parte di stagione, alla luce dei primi risultati ma anche in virtù dei pronostici sulla Serie A che sono continuamente aggiornati giornata per giornata si può dire che la squadra biancoceleste sia seriamente candidata a giocarsi un posto tra le prime cinque in campionato. Con Sarri invece non è finita benissimo, anche se tre anni tra alti e bassi hanno regalato alla sponda biancoceleste di Roma diverse gioie con importanti imprese calcistiche. Due allenatori che hanno fatto e fanno emozionare, ma con due impianti di gioco diversi che hanno, e stanno, a loro modo regalato spettacolo, gioie e grandi soddisfazioni ai supporter della squadra di Claudio Lotito.

Maurizio Sarri

Da sempre affezionato al 4-3-3 Sarri ha replicato questo sistema di gioco anche nella Lazio, anche quando gli interpreti non erano gli ideali per le sue idee di calcio, cosa che è stata croce e delizia del suo percorso di allenatore. Prima delle sue dimissioni avvenute il 13 marzo 2024, Sarri ha provato a proporre un gioco di movimento, veloce e di qualità, a partire dai piedi del portiere. Sarri chiede ripartenze dal basso ai suoi giocatori ma con tanto movimento senza palla così da avere sempre un’opzione libera di passaggio e arrivare velocemente in zona d’attacco. Le triangolazioni con lo sviluppo del gioco sulle fasce è poi un altro segno distintivo del gioco sarriano, ma per fare questo serve un regista di centrocampo di altissima qualità, cosa che lo scorso anno nella Lazio non c’era. Nell’idea di Sarri i terzini, specialmente, fanno un grande lavoro di corsa spingendo tantissimo sulle fasce, nel caso della Lazio con Lazzari e Marusic che aiutavano in attacco gli esterni Zaccagni e Felipe Anderson. Di base, in fase di attacco, la Lazio di Sarri costruiva una sorta di rombo tra difensori centrali, portiere e mediano, mentre i terzini si alzavano per offrire propulsione sulle fasce. Intanto le mezzeali si muovevano negli spazi per offrire opzioni di possesso palla e inserimenti in area, con l’azione offensiva che si sviluppa lateralmente, per sfruttare quindi i cross degli esterni d’attacco oppure dei terzini.

Marco Baroni

E così come tutte le belle storie anche quella di Sarri è arrivata al capolinea. Sostituito da Igor Tudor poi la Lazio ha deciso per resettare tutto e ripartire da Marco Baroni. L’ex tecnico di Lecce e Verona ha dovuto fin da subito ripartire da una squadra che aveva perso in un solo colpo Felipe Anderson e Luis Alberto, ma la scelta tattica è rimasta quella di variare sempre. Di base parte con un 4-2-3-1 ma può anche cambiare pelle a seconda delle fasi di gioco di una stessa partita. Infatti non è raro vedere che in fase di possesso la Lazio passi a un 3-1-4-2 con il mediano che si colloca più basso per ripartire nella costruzione dell’azione d’attacco. Anche con Baroni i terzini sono fondamentali per coprire gli spazi, offrire opzioni di passaggio e dare la possibilità ai trequartisti di essere liberi di inserirsi in area oppure ricercare la posizione migliore per provare la giocata. Se in fase di non possesso è fondamentale la pressione alta sul portatore di palla avversario, in fase di possesso il continuo supporto tra terzini ed esterni d’attacco permette di creare superiorità numerica. Triangolazioni veloci, gioco che sfrutta gli spazi e tanto pressing stanno costruendo le gioie di una Lazio che ad oggi può davvero sognare in grande, provando a giocare un campionato di alto livello, inseguendo le prime posizioni in classifica e ritrovando il sorriso dopo un’annata, quella appena trascorsa, che ha lasciato più lacrime che gioie. 

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