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Sarri Comandante della rivoluzione biancoceleste: la strada è quella giusta

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Dopo mesi difficili, i concetti di calcio di Maurizio Sarri hanno attecchito a Formello. La squadra ha imparato a fidarsi di lui

A cinque giornate dalla fine del campionato, con la Lazio in piena corsa per un posto in Europa, si possono tracciare i primi bilanci sulla prima annata di Maurizio Sarri alla guida dei biancocelesti. Mesi difficili e una crescita lenta con tanti bassi e pochi alti nella prima parte di stagione, una consapevolezza nuova e i primi germogli di Sarrismo da gennaio in avanti.

A mente fredda si può certamente arrivare a capire come già dallo scorso luglio fosse ampiamente prevedibile una prima stagione all’insegna della transizione. La Lazio arrivava dal ciclo targato Simone Inzaghi, lungo 5 anni, impregnato su principi tattici diametralmente opposti a quelli professati dall’ex tecnico della Juve. Difendere bassi per poi ripartire in contropiede le armi del tecnico piacentino, dominio del gioco e possesso palla il diktat del toscano.

Un calcio moderno al quale parte dal gruppo ha fatto fatica ad abituarsi con clamorosi black-out e tonfi inaspettati. Con l’inizio del nuovo anno poi la svolta: il nucleo storico dei biancocelesti si è dimostrato più malleabile e finalmente i primi frutti hanno cominciato a germogliare. Immobile e compagni sembrano oggi più padroni e consapevoli del proprio modo di stare in campo e aldilà del singolo risultato la squadra riesce ad avere un capo e una coda per tutti i 90 minuti di gioco.

Centrare l’Europa sarebbe vitale per dotare il tecnico di quei rinforzi necessari a modellare definitivamente la sua creatura ma il percorso intrapreso non va gettato alle ortiche. La prossima potrebbe essere la stagione del Sarrismo vero e proprio. Quello che tutti a Formello invocano da tempo.

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